Sono 6 i criminali di ‘alto rango’, al momento latitanti, inseriti nel programma speciale di ricerca delle forze dell’ordine italiane. L’elenco completo dei ricercati è facilmente consultabile collegandosi al sito del ministero dell’Interno, nella sezione della Direzione Centrale della Polizia Criminale. Ma quali sono i nomi dei ricercati vip inseriti in quello che viene definito con l’intestazione di ‘Elenco dei latitanti di massima pericolosità facenti parte del programma speciale di ricerca selezionati dal gruppo integrato interforze (G.I.I.R.L)’?

Il primo della lista è sicuramente il presunto capo di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro. Dopo di lui, troviamo un altro boss mafioso, Giovanni Motisi, due esponenti della ‘ndrangheta calabrese, Rocco Morabito e Giuseppe Giorgi, un camorrista, Marco Di Lauro, e lo storico membro dell’Anonima sarda, Attilio Cubeddu.

Da quanti anni si nascondono Matteo Messina Denaro e gli altri?

Bisogna premettere che la lista dei latitanti italiani raggiunge le 100 unità, ma i boss di spicco al momento sono solo i 6 sopracitati, dai 30 che erano nel 2009. Il più importante è senza dubbio Matteo Messina Denaro, il boss di Castelvetrano, in provincia di Trapani, nato il 26 aprile del 1962. Il figlio dello storico boss Francesco, si legge nella sua ‘scheda di approfondimento’, “è ricercato dal 1993, per associazione di tipo mafioso, omicidio, strage, devastazione, detenzione e porto di materie esplodenti, furto ed altro”.

Il suo nome resta legato indissolubilmente alle stragi di mafia del biennio 1992-93. Dal 1994, poi, MMD è presente nella lista dei 64 ‘most wanted fugitives’ stilata dall’Europol e sarebbe, secondo la rivista Forbes, tra i 10 latitanti più ricercati sulla terra.

Anche Giovanni Motisi, nato a Palermo l’1 gennaio del 1959, è un capoclan mafioso.

Di lui si sono perse le tracce nel 1998 e le accuse che pendono sul suo capo sono quelle, gravissime, di omicidio, associazione mafiosa e strage. Reati per i quali dovrebbe scontare l’ergastolo. Anche per lui nel 1999 è stato spiccato un mandato di arresto internazionale.

Anche la ‘ndrangheta è ben rappresentata. Rocco Morabito, boss di Africo, in provincia di Reggio Calabria, nato nel 1966, si è reso uccel di bosco dal 1994.

Associazione mafiosa e traffico di droga sono i reati per i quali dovrebbe farsi 30 anni in gabbia. Le ricerche internazionali per lui sono scattate già dal 1995. Restando in Calabria, nella lista c’è pure Giuseppe Giorgi. Originario del famigerato paese della locride, San Luca, dove è nato il 6 marzo del 1961, Giorgi è scomparso nel nulla nel 1995 onde evitare di scontare 17 anni di carcere “per associazione di tipo mafioso finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, armi, estorsioni ed omicidi”.

A tenere alta la bandiera criminale della camorra napoletana ci pensa, invece, Marco Di Lauro. Quarto figlio di Paolo, ex leader dell’omonimo clan ispiratore di Gomorra, il giovane Marco (nato il 16 giugno del 1980) è ricercato dal 2005 per associazione camorristica e omicidio, reati per i quali deve scontare la pena dell’ergastolo.

Ultimo della lista è il sardo Attilio Cubeddu, storico esponente dell’Anonima sequestri, nato ad Arzano (NU) il 2 marzo 1947. Nel 1997, dopo 13 anni trascorsi dietro le sbarre, non fa rientro nel carcere di Badu e Carros dove doveva scontare 30 anni per sequestro di persona, omicidio e lesioni gravissime.