La depressione post partum continua a mietere vittime. La 28enne Rachel Morgan si è impiccata l'anno scorso in ospedale, dopo aver partorito. La donna inglese aveva chiesto ai medici di essere trasferita in un reparto specifico per mamme e bebè ma la sua supplica non era stata accolta. I parenti della ventenne ritengono che la loro cara si sarebbe potuta salvare se fosse stata sottoposta a determinate cure. Il Manchester Evening News ha reso noto che Rachel soffriva di una grave forma di depressione post partum e, per questo, aveva cercato più volte di uccidersi.

La madre di Rachel è addolorata

Un'altra neo mamma si è tolta la vita. Rachel era caduta nel tunnel della depressione dopo il parto. I medici del Trafford General Hospital la monitoravano costantemente ma, nonostante ciò, non sono riusciti ad evitare la tragedia. Jill Robinson, la mamma della vittima, sostiene che la figlia avrebbe potuto salvarsi se i medici l'avessero curata nel modo giusto. La donna è addolorata, non riesce a vivere senza la cara figlia. Rachel era una ragazza coraggiosa e solare, che seppe affrontare la prima gravidanza, a 17 anni, in modo eccellente. La ragazza britannica era rimasta incinta, nuovamente, dopo 10 anni. La seconda gravidanza, però, le è costata la vita. Ad ucciderla sarebbero stati la depressione post partum e i malesseri psicotici.

La probabile negligenza dei medici del Trafford General Hospital

La depressione post partum non colpisce tutte le donne, ma quando bersaglia può fare molto male. Lo sanno bene i parenti di Rachel, una ragazza di Bolton che si è impiccata in ospedale. I medici non avrebbero sottoposto la ragazza alla cura giusta. La supposizione dei familiari della Morgan è stata confermata dalle risultanze di un'inchiesta avviata molto tempo fa.

La ventenne non sarebbe stata monitorata in modo adeguato dal personale sanitario. Non appena Rachel iniziò ad avvertire i primi sintomi di depressione post partum, il medico le prescrisse il Diazepam e la rimandò a casa. Una prescrizione infausta, visto che, in casa, la donna cercò più volte di togliersi la vita. La Morgan aveva confessato più volte ai suoi familiari e ai medici che avrebbe voluto togliersi la vita.

Nonostante ciò, non venne mai sorvegliata adeguatamente dal personale sanitario. Una giuria della Stockport Coroner's Court ha riconosciuto, adesso, una cura carente e inadeguata della 28enne presso la struttura sanitaria britannica.