V. G., ragazzo ventiduenne, è morto suicida nel carcere di Regina Coeli a Roma. Accusato di violenza, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale, venerdi notte si è tolto la vita impiccandosi con un lenzuolo annodato alla grata del bagno. Il ragazzo, che sembra avesse problemi psicologici, mostrava segni di cedimento per la situazione in cui si trovava. Giorni prima aveva scritto una lettera di addio ai suoi familiari in cui raccontava le motivazioni del suo gesto.

La lettera del ragazzo ai familiari

A rendere nota la lettera, scritta a mano con una calligrafia tremante, datata 16 febbraio ore 9.40, 10 giorni prima della morte, è stata l'associazione Antigone.

Nella lettera, indirizzata alla madre, il giovane si rivolge al fratello dispiacendosi di tutto, dice di essere stanco di tutto, di mangiare, scappare (è evaso tra novembre e dicembre tre volte da una struttura di assistenza per detenuti problematici), di stare impazzendo e di soffrire per essere stato abbandonato dalla ragazza che amava. V. scrive di voler andare via per sempre, ma con il cuore rimarrà sempre vicino alla sua famiglia ed, infine, rassicura il fratello che si rincontreranno. La lettera, dunque, mostrava il disagio del giovane, anche in relazione alla delusione sentimentale che aveva vissuto, e preludeva alla sua volontà di farla finita.

Le polemiche sulla vicenda

Patrizio Gonnella dell'associazione Antigone e Stefano Cecconi della campagna Stop Opg si dicono indignati per l'accaduto.

Il ragazzo suicida prima del carcere era ospitato in una Rems, residenze per l'esecuzione della misura di sicurezza sanitaria, che sostituiscono gli ospedali psichiatrici giudiziari. Le persone, soprattutto i ragazzi, con queste problematiche dovrebbero essere curati mediante il sostegno medico, sociale e psicologico dei servizi del territorio, non attraverso il carcere.

Bisogna prevenire i suicidi con la presa in carico, con la cura della persona, non con la custodia. Ogni suicidio è una disfatta per lo Stato che aveva in custodia la persona. Questo il pensiero di Gonnella e Cecconi.