Due diversi delitti con occultamento di cadavere, due diverse condanne entrambe con il rito abbreviato, due diverse misure cautelari. Resta in carcere Veronica Panarello, la giovane mamma siciliana condannata a 30 anni per l'omicidio del figlio Loris Stival, ucciso a Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa. Resta "libero", invece, Antonio Logli, condannato per l'omicidio e l'occultamento del cadavere della moglie, Roberta Ragusa, scomparsa ormai più di cinque anni fa dalla sua abitazione di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa, dopo una lite con il marito, secondo quanto ricostruito dal gup nella sentenza di condanna in primo grado.

Dei due casi di Cronaca Nera, con un focus sulle misure cautelari, sulle leggi che le disciplinano, sulle regole per l'applicazione, si occuperà stasera Quarto Grado - La Domenica.

Casi Roberta Ragusa e Loris Stival a Quarto Grado su Rete 4

Ecco, in sintesi, le più recenti notizie relative ai due casi. E' di ieri la notizia di una nuova richiesta di arresto per Antonio Logli. Il marito di Roberta Ragusa è attualmente sottoposto alla misura cautelare dell'obbligo di dimora con alcune restrizioni dopo la condanna a 20 anni di carcere in primo grado. La procura della repubblica di Pisa ha chiesto di nuovo l'arresto alla corte di cassazione dopo il no da parte del tribunale del riesame di Firenze.

La procura pisana ipotizza per Logli il rischio di fuga, ma non la reiterazione del reato.

Così come invece ritiene il gup di Ragusa che ha rigettato cinque giorni fa la richiesta degli arresti domiciliari nei confronti di Veronica Panarello, condannata a 30 anni di reclusione col rito abbreviato, che resta in carcere, a Catania, perché "potrebbe fuggire" o "tornare a commettere un delitto della stessa specie per cui si procede".

Dunque il rischio di fuga e di reiterazione del reato, in considerazione della presenza di un altro figlio. "Rimane attualissimo", secondo il gup di Ragusa Andrea Reale, il "concreto pericolo" che Veronica Panarello "possa commettere gravi delitti con uso di mezzi di violenza personale" e "della stessa specie".