Con il corpo di Fabiano Antoniani ancora caldo - da poco sottopostosi volontariamente alla ‘dolce morte’ in una clinica svizzera - e mezza Italia commossa per la fine iniqua toccata in sorte al quarantenne dj Fabo, due personaggi pubblici che, a loro modo, fanno sempre discutere, non hanno trovato di meglio da fare che postare su Facebook il loro pensiero circa il ricorso all’eutanasia e il loro giudizio negativo sulla scelta compiuta da Fabiano. Si tratta di Francesca Immacolata Chaouqui, protagonista nel 2015 del caso Vatileaks II (il caso dei ‘corvi’ che ha scosso il Vaticano) e di Mario Adinolfi, leader del movimento politico il Popolo della Famiglia.

Secondo Adinolfi praticare l’eutanasia di Stato è un errore, “Hitler almeno i disabili li eliminava gratis”. Per la Chaouqui, invece, è un “vigliacco” chi sceglie di fare la scelta di dj Fabo che non deve essere considerato un “eroe”. Parole, queste ultime, che scatenano la reazione dei social e della giornalista Selvaggia Lucarelli. “Vergognati - scrive la blogger rivolta all’altra donna - Se questo è il tuo modo per riacquisire credibilità dalle parti del Vaticano, temo tu stia sbagliando strada”.

Il post della Chaouqui

“È vigliacco - scrive la ‘dama nera’ di Vatileaks in un lungo post pubblicato su Facebook - chi pensa che si ha diritto di vivere solo quando si è sani, famosi, vincenti. È vigliacco chi, pur pensandolo ha paura di dire che l'eutanasia è un abominio.

È vigliacco chi si dice Cristiano e si schiera con questa libertà di scegliere tutto, perfino il giorno della propria morte”. Per lei “anche una vita da tetraplegico cieco è degna di essere vissuta”, ma c’è differenza tra chi decide di vivere e quindi di “offrire quella sofferenza” a cui è chiamato e dj Fabo. La morale della Chaouqui è che “se passa il messaggio che se non sei in salute è meglio morire questa società è finita”.

È consapevole che riceverà molti insulti, ma ‘se ne frega’ e si affida al Vangelo che “parla chiaro”. Poi, con malcelata ipocrisia, esprime “rispetto alla memoria e alla famiglia di dj Fabo ma nessuna intenzione di farne un eroe”. Lui, aggiunge, è solo un “ragazzo vittima di questa cultura dello scarto” ma, conclude, “non facciamone un eroe.

E nemmeno un esempio. Non lo è”.

Il post di Adinolfi

Ancora più diretto, come sua abitudine, era stato Adinolfi. “Dj Fabo è morto - scrive polemico, sempre su fb - Ora la nostra domanda è semplice: speculando su questa tragedia, che legge volete? Volete il sistema svizzero, che sopprime un disabile a listino prezzi?”. Una “vergogna” pagare per farsi uccidere, aggiunge, “Hitler almeno i disabili li eliminava gratis”. ¨Poi, esorta dei non meglio precisati “signori” a rifiutare per l’Italia “la legge sull'eutanasia che hanno Belgio, Olanda e Lussemburgo che nel 2001 hanno soppresso 60 persone e nel 2016 oltre 15mila e non erano 15mila Dj Fabo”. La sua personalissima opinione, espressa in un successivo, altrettanto incauto, post, è che “se passano leggi sull'eutanasia, puoi stare sotto Hitler o la finta democrazia, scelta non c’è: c'è chi fa di conto e chi non produce va eliminato”.