Scattano le proteste dei tassisti a Milano, Roma e Torino contro il rinvio del provvedimento che dovrebbe impedire l'esercizio abusivo di servizi taxi e di noleggio vetture con conducente, e che dovrebbe colpire proprio Uber, il popolare servizio di trasporto privato.

Le proteste a Roma, Milano, Torino

Da questa mattina un migliaio di tassisti con i loro mezzi stazionano davanti al Senato a Roma per protestare contro il rinvio della norma anti - Uber. Situazione simile a Milano e Torino, con sit-in dei tassisti di fronte alle sedi del Comune. Le associazioni di categoria hanno indetto per oggi uno sciopero totale del servizio taxi nelle più grandi città italiane.

Soprattutto a Roma il traffico è in tilt a causa dell'improvvisa interruzione dei servizi taxi in tutta la città.

Alla base della protesta c'è l'attesa per il voto al Senato del decreto ''Milleproroghe''. Se dovesse passare, infatti, l'emendamento Lanzillotta in esso contenuto rinvierebbe fino al 13 dicembre 2017 il termine ultimo perché il Ministero della Infrastrutture decida in merito alla regolamentazione dei servizi abusivi di noleggio vetture con conducente. Ugl taxi parla di ''sanatoria pro Uber e pro abusivi'', mentre Federtaxi è pronta a indire ulteriori giornate di sciopero e manifestazioni più dure nel caso il governo non prenda in considerazione le richieste delle associazioni. E' da settembre 2015, infatti, che i tassisti aspettano aspettano che il governo mantenga le sue promesse riguardo a un provvedimento che impedisca la concorrenza sleale di Uber e servizi simili.

Cos'è Uber

Uber è una società americana che dal 2010 offre un servizio dii trasporto privato su auto. Grazie a un'applicazione è possibile visualizzare gli autisti disponibili e prenotare una corsa verso una determinata destinazione (niente più né meno che un servizio taxi, quindi). E' possibile poi pagare il tutto attraverso carta di credito, rilasciare una valutazione dell'auto e dell'autista e della corsa.

Uber è presente in Italia dal 2013, dapprima a Roma e Milano, tra le proteste dei tassisti e dei sindacati che accusano il servizio di concorrenza sleale. Per far parte di Uber come conducenti non c'è infatti bisogno di nessuna licenza, né esiste una regolamentazione a riguardo, con la conseguenza di poter proporre tariffe più basse e di non avere vincoli nell'esercizio dell'attività. Le normative vigenti, infatti, sono ormai arretrate e non tengono conto dei nuovi servizi di sharing.