La Francia, dopo gli Stati Uniti, è nel mirino del terrorismo di matrice islamica. Dopo la strage del Bataclan del 13 novembre 2015 - in cui persero la vita ben 93 persone con un bilancio che avrebbe potuto essere ancora più pesante - e dopo l'attentato di Nizza del 14 luglio 2016 - con un bilancio di 85 morti tra cui 10 bambini e 5 cittadini italiani, il Paese transalpino è di nuovo attanagliato dal terrore. Ma se le notizie di stampa che stanno circolando in queste ore, fossero davvero fondate allora il rischio sarebbe globale.

Le Figaro

"I terroristi cercano attivamente di dotarsi di mezzi nucleari, biologici o chimici per accreditare l'idea che dispongano di armi di distruzione di massa".

Così si legge sulle pagine del quotidiano Le Figaro. Tra le varie minacce pronunciate dai terroristi ci sarebbe anche quella di usare kamikaze infettati con malattie gravi e contagiose - continua il giornale citando un rapporto del Segretariato generale della Difesa e della sicurezza nazionale. Di questo genere di attacchi c'è da dire che se ne parla da parecchio tempo: nel 2014 uscì la notizia per cui gli Jihadisti avrebbero scatenato nel mondo la peste bubbonica, e del resto nel 2015 se ne tornò a parlare e poi ancora nel 2016 fino a gennaio ultimo scorso con l'ulteriore allarme e minacce da parte dell'Isis. "Se la guerra chimica del terrorismo islamico contro l'Occidente non è ancora stata lanciata, c'è un eroe da ringraziare: il preside della facoltà di fisica di Mosul, che nel novembre 2015 venne giustiziato sulla piazza di Ninive per non avere voluto mettere il suo sapere a disposizione dell'Isis" - come ha commentato Luca Fazzo dalle colonne de Il Giornale, proprio lo scorso gennaio.

Neanche gli inglesi - peraltro recentemente colpiti da un attentato - sono ottimisti: «Non hanno remora morale a usare armi chimiche contro le popolazioni e, se potessero, lo farebbero in questo Paese, ed il numero di vittime che potrebbe essere coinvolto sarebbe la peggior paura di tutti» ha dichiarato il ministro degli Interni inglese Ben Wallace in una intervista al Sunday Times, facendo però intendere che la sicurezza è ai massimi livelli e che una tale circostanza sarebbe da ritenersi quantomeno improbabile.

I batteri trafugati

Naturalmente una tale possibilità atterrisce i francesi ma non soltanto loro: un rischio paventato da tempo e del quale si torna a parlare periodicamente a livello mondiale. Come nella più drammatica filmografia che riguarda contaminazioni pandemiche, dopo gli attacchi di piccola e media entità si deve veramente temere per un attacco che non avrebbe precedenti?

Non si sa moltissimo in ordine alle ultime notizie lanciate da Le Figaro in queste ore, ma di certo desta grande preoccupazione un furto batteriologico, non ancora chiarito, "in un ospedale di Parigi nel maggio scorso", così come riportato da Le Figaro. Gli obiettivi, o in questo caso sarebbe meglio definirli i "vettori di diffusione", le falde acquifere, i luoghi affollati, i mezzi di trasporto. In pratica ogni luogo in cui si raggruppino tante persone, a garanzia di un contagio capillare e veloce.