Le benedizioni religiose delle scuole sono legittime se compiute al di fuori dell'orario scolastico e facoltative. Una decisione che farà sicuramente discutere quella del Consiglio di Stato che, nelle ultime ore, ha ribaltato una sentenza del Tar. I giudici amministrativi di secondo grado hanno dato ragione al Ministero dell'Istruzione, che aveva proposto un ricorso avverso l'annullamento di una delibera con cui un consiglio di istituto bolognese aveva consentito le benedizioni. Queste, comunque, non devono in nessun modo ostacolare le attività didattiche e 'la vita scolastica in generale', come tutte le altre attività che si compiono al di fuori dell'orario scolastico.

Una decisione che rispetta la laicità della scuola?

Una decisione importante quella presa recentemente dai magistrati del Consiglio di Stato. Le benedizioni religiose delle scuole sono ammesse. Il professor Adriano Guarnieri, portavoce della diocesi di Bologna, ha definito 'saggia, equilibrata e rispettosa della vera laicità della scuola' la recente pronuncia del Consiglio di Stato. Nessuna scuola, secondo lui, può schierarsi contro qualcosa o qualcuno. Il caso scoppiò due anni fa, quando tre parroci effettuarono la benedizione pasquale delle aule e dei locali presso le scuole primarie Carducci e Fortuzzi e medie Rolandino, che fanno parte dell'istituto comprensivo 20 di Bologna. I sacerdoti, prima di benedire i locali scolastici, avevano chiesto il permesso al consiglio d'istituto, all'epoca presieduto dal nipote dell'ex premier Romano Prodi.

Quella benedizione, a Bologna, fece trasalire i laici e venne accolta con favore dai cattolici.

L'amarezza di una maestra

Il caso della benedizione religiosa delle scuole bolognesi balzò anche sull'autorevole tabloid d'oltreoceano New York Post. 'Fino a che punto la religione può entrare nella vita pubblica?', scrisse il quotidiano.

Diversi insegnanti e genitori, indignati, presentarono ricorso al Tar. Questo, l'anno scorso, diede ragione ai ricorrenti, sottolineando che nella scuola non può entrare un rito che concerne essenzialmente la 'sfera individuale' di ognuno. Adesso il Consiglio di Stato ha ribaltato il verdetto emesso in primo grado. La maestra Monica Fontanelli, promotrice del ricorso, non è lieta della decisione e dice che si rivolgerà alla Corte europea dei diritti dell'uomo.