Avete presente il puntinismo, quella tecnica di pittura che utilizza piccoli punti di colore al posto delle linee, inventata da George Seraut e utilizzata da Van Gogh? Ecco a quanto pare è stata inventata molto tempo prima da uno o più artisti, uomini ma anche donne, di certo Van Gogh preistorici.

Figure di mammut e di cavalli incise con tecnica puntinista in 16 blocchi di pietra calcarea che rislagono a 38 mila anni fa, sono l'eccezionale ritrovamento fatto in Francia nel sito di Abri Cellier da un team di lavoro coordinato dall'antropologo Randall White.

Lo studio pubblicato sulla rivista Quaternary International suggerisce che quasi 40 mila anni fa l'arte era già 'moderna' pur essendo tanto lontana da noi nel tempo.

In 16 blocchi di pietra calcarea arte di straordinaria modernità

In 16 blocchi di roccia calcarea i nostri antenati, i primi europei anatomicamente moderni, i cosiddetti 'aurignaziani, uomini o donne vissuti nel Paleolitico, hanno disegnato figure di mammuth e di cavalli utilizzando la tecnica puntinista in cui le figure sono tratteggiate giustapponendo puntini di colore.

Avremmo creduto che si trattasse di un'invenzione moderna da associare ai pittori post-impressionisti; da quello che è ritenuto il suo inventore ufficiale George Seurat, ad altri pittori quali Camille Pissarro, Vincent Van Gogh, fino a esponenti della pop art quali Roy Lichtenstein.

E invece questa tecnica che viene insegnata anche a scuola ha un'origine antica, anzi antichissima. "Ormai le tecniche di questi artisti moderni ci sono familiari - afferma Randall White antropologo della New York University che ha condotto gli scavi nella valle del Verzere in Francia - ma ora possiamo confermare che questa forma di produzione delle immagini era già praticata nella prima cultura umana europea, l'Aurignaziana".

Lo stesso gruppo di lavoro di White ha anche recuperato nel sito di Abri Blanchard, un'immagine puntinista raffigurante un uro, l'antenato preistorico dei nostri bovini. Anch'essa risale a 38 mila anni fa ed è una delle più antiche immagini grafiche dell'Europa occidentale.

Il sito di Abri Cellier, una galleria d'arte preistorica

Il sito di Abri Cellier sembra essere l'equivalente di una galleria d'arte, una 'pinacoteca' preistorica: nel 1917 una campagna di scavi fatta da esploratori dilettanti riportò alla luce quello che si è rivelato essere uno dei più importanti ritrovamenti di opere d'arte attribuiti all'agniziano: 15 blocchi di roccia calcarea incisi o perforati, che hanno permesso di studiare e capire l'antenato europeo attraverso le pitture rupestri e hanno dato un'idea di una società grafica e artistica già altamente evoluta.

Dopo una simile scoperta, sembrava che nella regione non ci fosse più niente da scoprire. E invece nel 2014 White con il suo gruppo di lavoro caparbiamente è tornato nel sito nella convinzione che fosse possibile trovare altri depositi, così da acquisire nuove informazioni e avere un quadro più chiaro dei rapporti anche con altri siti archeologici dell'area, quale la grotta di Chauvet dove ci sono rappresentazioni figurative di rinoceronti realizzate con la stessa tecnica puntinata che sembravano un caso isolato.

Tanta determinazione è stata ripagata dal successo della missione: la scoperta di 16 rocce calcaree, una delle quali spezzata in due parti in epoca preistorica,ha permesso la datazione con la tecnica del carbonio a 38 mila anni fa. Queste rocce erano state accantonate negli scavi del 1927. Sia queste che quelle scoperte quasi un secolo fa comunque sono dello stesso periodo e risentono proprio di una 'moda' pittorica o stile consolidato. Un'interpretazione 'a pois' di un mondo diverso dal nostro, ma già abitato da uomini dotati di talento artistico ed elevate capacità simboliche.