Si doveva tenere oggi, lunedì 6 marzo, l’interrogatorio dell’imprenditore Alfredo Romeo, considerato dagli inquirenti figura chiave dell’inchiesta Consip sulla presunta corruzione per ottenere lucrosi appalti pubblici. La ‘chiacchierata’ con il gip Gaspare Sturzo e il pm Mario Palazzi, svoltasi nel carcere romano di Regina Coeli, è iniziata verso le 9 e 30 del mattino, ma si è conclusa quasi subito. Alfredo Romeo si è infatti avvalso della facoltà di non rispondere. I primi a rilasciare una dichiarazione ufficiale sono stati i componenti del pool di avvocati ingaggiati da Romeo.

“Il nostro assistito afferma di non aver mai dato soldi a nessuno e di non avere mai incontrato Tiziano Renzi o gente legata all'entourage dell' ex presidente del Consiglio”, dichiarano in una nota gli avvocati Francesco Carotenuto, Alfredo Sorge e Giovanni Battista Vignola.

I dubbi dei carabinieri del Noe sulla versione di Romeo

Babbo Renzi, dal canto suo, aveva già confermato la versione di Romeo. “Non c’è mai stato nessun incontro con Alfredo Romeo”, aveva dichiarato ai magistrati durante l’interrogatorio di quasi quattro ore, avvenuto appena pochi giorni fa. Dichiarazioni che, all’apparenza, sembrano fare a pugni con quanto riscontrato dai carabinieri del Noe (ora esautorati dalle indagini per colpa delle continue fughe di notizie verso indagati e stampa).

Durante una conversazione intercettata il 6 dicembre 2016 negli suoi uffici romani di via della Pallacorda, infatti, parlando con un non meglio precisato amico, Romeo pronuncia la seguente frase: “Renzi l’ultima volta che l’ho incontrato…”. Ammissione che rappresenterebbe secondo i carabinieri la classica ‘pistola fumante’, prova degli avvenuti rapporti diretti tra Romeo e Renzi senior.

Circostanza confermata anche dall’esponente del Pd napoletano, amico dell’imprenditore, Alfredo Mazzei. “Romeo mi raccontò che Russo aveva organizzato un pranzo o una cena in un ristorante di Roma a cui, oltre che allo stesso Russo, vi era il Tiziano Renzi - racconta Mazzei agli organi di stampa - Romeo era entrato da una porta di servizio portato, credo, da Carlo Russo”.