"Sono finalmente arrivato in Svizzera, e ci sono arrivato purtroppo con le mie forze e non con l'aiuto dello Stato. Volevo ringraziare una persona che ha potuto sollevarmi da questo inferno di dolore, di dolore, di dolore. Questa persona si chiama Marco Cappato e la ringrazierò fino alla morte" questo è l'ultimo messaggio registrato da dj Fabo il giorno prima di morire. Un messaggio pieno di amarezza e critica verso uno Stato che troppe volte si è mostrato indietro, rispetto a molti paesi del mondo, su questioni sanitarie di tale rilevanza; una lentezza burocratica e intellettuale che si porta dietro parecchi casi controversi: Elena Moroni, Eluana Englaro, Giorgio Nuvoli, Piergiorgio Welby e ora anche Dj Fabo; tutti accomunati da un destino atroce che li ha costretti ad una sofferenza inimmaginabile, legati anche dalla volontà di interrompere quella che per loro non era una vita, una cosa che molti di noi - a partire dai nostri rappresentanti in parlamento - non vogliamo ancora capire.

La situazione in Italia

L'articolo 32 della Costituzione stabilisce che «nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge» e nel 2001 abbiamo firmato (ma non ratificato) la Convenzione sui diritti umani e la biomedicina di Oviedo che stabilisce che «i desideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da parte di un paziente che, al momento dell'intervento, non è in grado di esprimere la sua volontà saranno tenuti in considerazione». Su questa lentezza burocratica si batte l'Associazione Luca Coscioni, che nel corso degli anni ha lanciato campagne su: sull'eutanasia, la ricerca sulle cellule staminali, l'utilizzo di stupefacenti per le cure palliative e il testamento biologico.

Tutti argomenti sulla quale dimostriamo da anni posizioni medioevali e sulla quale da sempre si dibatte senza veramente arrivare ad una soluzione; e proprio Marco Cappato -tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni- che ha accompagnato Fabiano in Svizzera, ha così commentato "Ha scelto di andarsene rispettando le regole di un Paese che non è il suo".

Speriamo che prima o poi il paese di Dj Fabo riesca ad uscire da questa palude retrograda e permettere a tutti di poter scegliere in totale libertà sulla propria vita.