È diventato un leit motiv, un anniversario da ricordare. Ed ogni anno, in occasione di Identità Golose in corso di svolgimento a Milano, Rocco Iannone - cuoco campano di Cava De' Tirreni - ci ripensa, e ripropone uno degli episodi più spiacevoli che lo abbiano coinvolto nei lunghi anni della sua carriera. Il "recall" si è presentato puntuale anche quest'anno.

Iannone, cosa è successo otto anni fa più o meno in questo periodo?

Dopo che avevo denunciato a "Striscia la notizia" l'utilizzo di additivi chimici di sintesi nelle ricette dei grandi Chef italiani che usavano le polverine magiche prive di etichette e distribuite da una società spagnola, Paolo Marchi, che da me non era stato mai chiamato in causa, mi attaccò in modo vergognoso pubblicando sul suo blog la foto con una saponetta con la scritta "per quanti anni gli Italiani dovranno lavarsi le mani per tutti gli schizzi di melma che Rocco Iannone ha sparso a 360 gradi sulla cucina italiana?".

E poi?

Chiamai Striscia la Notizia e mi presentai a "Identità Golose" per consegnare a Marchii delle saponette vere, piene di additivi. Gli dissi che si doveva vergognare a scrivere una bugia così pesante. La mia denuncia era a tutela della salute dei cittadini e della cucina senza l'uso di additivi nei piatti.

Ma perché tanto livore nei suoi confronti? Lei che spiegazione si è dato?

Questo bisogna chiederlo a lui. Da tempo invoco un incontro pubblico per smascherare la sua scorrettezza che tanti danni mi ha provocato, inimicandomi anche parte dei miei colleghi cuochi. Io ho difeso la cucina italiana che non ha certo bisogno di additivi, ma solo di valorizzare i prodotti artigianali

Non stupisce poi tanto che lei abbia il dente avvelenato con i giornalisti e i critici...

Io non sono contro i critici e i giornalisti: ci sono tantissimi professionisti onesti che amano veramente la cucina e il territorio. Sono stati alcuni giornalisti, al contrario, ad attaccarmi, diffamandomi sui blog, diffondendo nel settore della ristorazione il messaggio che chi avesse seguito e condiviso le mie idee avrebbe fatto la mia stessa fine: e cioè messo in un angolo mediatico e bersagliato di critiche ingiuste ed infamanti.

La sua cucina racconta il territorio: ma per lei cosa significa "cucinare"?

La cucina non è il mio mestiere, è il mio amore. Amo incontrare i pescatori, i contadini; raccogliere io stesso i prodotti che poi utilizzo. Una ricerca continua dell'autenticità: questo è Rocco Iannone.

La Sfida

Corre voce di una sfida tra lei e Massimo Bottura: cosa c'è di vero?

Da tempo chiedo una sfida con lo chef pluripremiato Massimo Bottura. Sulla cucina abbiamo due filosofie completamente diverse: sarebbe utile perciò confrontarci. E magari fargli qualche domanda: perché gli chef si sono venduti alle multinazionali del cibo commerciale? Perché non mi ha supportato quando ho criticato l'uso degli additivi chimici nei piatti proposti da grandi chef? E tante altre domande per capire qual è la strada giusta da percorrere in un momento di totale confusione della cucina. Da una parte, infatti, ci sono chef che vivono ormai quasi in simbiosi con le industrie del cibo spazzatura; dall'altra i cuochi che vivono a stretto contatto con gli artigiani e danno loro lavoro, impedendo così la loro scomparsa.

Ecco, Massimo Bottura deve aiutarmi a capire da che parte stare.

Come pensa che si ricomporrà, se si ricomporrà, la querelle con Paolo Marchi, patron di Identità Golose?

Basta un semplice incontro pubblico, magari in tv, dove mi deve chiedere scusa: così i miei colleghi capiranno che quello che dicevo, in fondo, non era sbagliato. La sana cucina italiana ha bisogno di etica e non chiacchiere. Dico questo perché Marchi ad oggi non ha mai mangiato nel mio ristorante e non sa nemmeno se sono capace di tenere una padella in mano. Alla fine questo è il succo problema: criticare senza conoscere...

Naturalmente siamo prontissimi ad accogliere la replica di Paolo Marchi.