Nelle 134 pagine scritte dal giudice Elsa Iadaresta relative alle motivazioni della sentenza, con cui lo scorso dicembre ha condannato Antonio Logli per l'omicidio della moglie Roberta Ragusa, il magistrato ha tracciato anche un profilo caratteriale dell'uomo per spiegarne la condotta. Logli viene definito: "un uomo dall'indole menzognera e con una consistente insensibilità d'animo" non solo nei confronti della moglie Roberta Ragusa, ma anche di Sara Calzolaio, la donna con cui aveva una relazione extra-coniugale "che costringe a una vita da perenne amante".

Antonio Logli, 55 anni, con la sentenza nel dicembre scorso, è stato condannato a 20 anni con rito abbreviato per omicidio e distruzione di cadavere della moglie Roberta Ragusa, di cui si perde ogni traccia nella notte tra il 13 e il 14 gennaio del 2012.

Delitto Ragusa: la ricostruzione da parte del giudice

Il giudice intanto ha sottolineato delle palesi incongruenze da parte di Antonio Logli. Ad esempio l'uomo avrebbe mentito riguardo ai graffi che presentava in diverse parti del corpo, in particolare alla tempia, allo zigomo sinistro e sulla mano. Logli aveva dichiarato in una prima versione di essersi procurato queste lesioni, che si sono rivelate compatibili con una colluttazione, dopo aver sbattuto contro uno spigolo e in un'altra versione ancora, di essersi graffiato a causa dei rami di un albero presente nel suo giardino.

Il marito della Ragusa, secondo il giudice, avrebbe fornito anche un falso alibi, perché a differenza di quanto dichiarato: "lungi dallo stare a casa e a letto, quella sera uscì". La tesi sostenuta dall'uomo è che la moglie si sarebbe allontanata da casa in uno stato di confusione mentale, dopo una caduta dalle scale.

In realtà secondo il giudice, Logli ha costruito un castello di menzogne, con cui ha finito per ingannare finanche se stesso.

Per il giudice è lui l'unico responsabile per la morte della moglie Roberta Ragusa. Logli sarebbe stato spinto all'omicidio, dopo che la moglie aveva scoperto la sua relazione extra-coniugale con Sara Calzolaio, babysitter dei figli della coppia, oltre che segretaria nella scuola guida di cui Logli è proprietario.

Il giudice oltre alla condanna, ha disposto nei confronti di Logli anche l'obbligo di dimora nei comuni di Pisa e di San Giuliano Terme dalle ore 21 alle 6. In ogni caso si tratta di una sentenza di condanna di primo grado, nei cui confronti i legali di Logli hanno già proposto ricorso in appello.