Non erano proprio 'dentini' i loro. Mastodontiche estremità, afflitte proprio come i nostri denti, se non da carie, da problemi di usura, sia pure su tempi ben più dilatati. Un Mammut o meglio due zanne, hanno dovuto ricorrere al lavoro lungo e paziente di uno speciale team di dentisti per una cura risanante e ricostituente. E ora, per la prima volta da quando sono state scoperte nel 1905, saranno accessibili al pubblico.

Per domenica prossima, infatti, è stata organizzata una visita guidata al laboratorio di paleontologia del museo di Scienze Naturali Caffi di bergamo, dopo il restauro di due zanne che non passano certo inosservate: misurano 35 metri e pesano 80 chili.

Appartenevano ad un antenato degli odierni elefanti, vissuto nel Quaternario tra 30 mila e 15 mila anni fa sui colli di Bergamo dove si era formato un lago intorno al quale pascolava 'allegramente'.

Due zanne da curare

Queste due zanne di mammut, dalle dimensioni imponenti, hanno risentito del trascorrere del tempo e presentavano fratture che hanno reso necessario un intervento intensivo. La zanna sinistra si era addirittura spezzata, proprio come accade ai nostri denti.

L'esemplare più antico trovato a 11 metri di profondità, non è mai stato esposto nelle sale del museo. Al momento la zanna sinistra si trova nel laboratorio del museo che domenica sarà eccezionalmente aperto al pubblico. Un reperto interessante da vedere, anche per capire le complesse tecniche di restauro; l'altra zanna, quella destra, dovrà invece essere restaurata nel corso di quest'anno.

Mammut e umani accomunati da problemi odontoiatrici

Il Mammuthus primigenis, il gigante del Quaternario la cui ricostruzione accoglie i visitatori del Museo e che amava pascolare a Bergamo e dintorni quando la Padania non era ancora tale, il paesaggio e l'ambiente erano leggermente diversi da quelli attuali, è il simbolo dell'esposizione, oltre a essere un caro concittadino dei bergamaschi.

Grazie ad Anna Paganoni, direttrice dell’Istituto di Geologia e Paleontologia e ai suoi collaboratori, è ora possibile restituire al nostro sguardo questi preziosi ed enormi reperti archeologici e paleontologici.

La prima zanna completamente restaurata nel 2016, ha richiesto un accurato lavoro di pulizia delle patine e di consolidamento durato mesi; quindi l'asportazione e pulitura dai materiali di restauro precedentemente restaurati.

E poi anche trattamenti di consolidamento, tamponamento delle parti mancanti e colorazione delle integrazioni.

Invece la zanna destra, avvolta in bendaggi per evitare ulteriori fratturazioni, richiede ancora interventi. Entrambe esposte, permetteranno ai visitatori di fare con la mente arditi salti nel tempo e immaginarsi a passeggio con i mammut. E pure di sentirsi un po' vicini ai giganti del quaternario, accomunati da problemi odontoiatrici.