L'Iraq non è più un Paese a rischio terrorismo secondo i parametri dell'amministrazione Trump. Probabile che, nella decisione presa dalla Casa Bianca, sia risultato decisivo l'apporto che l'esercito regolare iracheno sta dando all'offensiva anti-Isis su Mosul. In realtà, dopo la solenne bocciatura della magistratura sulla prima versione del "Muslim Ban", l'idea che ha condotto al nuovo provvedimento è stata quella di renderlo meno 'estremo'. In tal senso c'è anche l'eslusione delle persone che sono già in possesso della 'green card' e di coloro che risultano titolari di regolare visto per l'ingresso negli States.

Donald Trump ha, pertanto, preferito la soluzione più comoda considerato che ricorrere presso la Corte Supresa alle sentenze avverse avrebbe comportato tempi più lunghi.

Sospesi per quattro mesi gli ingressi ai rifugiati

Il bando sarà in vigore a partire dal 16 marzo, per 120 giorni, e riguarderà gli ingressi dei rifugiati e dei cittadini di Siria, Iran, Somalia, Yemen, Libia e Sudan. Anche dopo il termine del 'Muslim Ban' sarà applicato un nuovo regolamento che fisserà a 50 mila unità il tetto massimo dei rifugiati da accogliere annualmente nel Paese. I particolari del nuovo bando sono stati illustrati alla stampa dal segretario di Stato, Rex Tillerson, dal procuratore generale Jeff Sessions e dal segretario ala sicurezza interna, John Kelly. Nonostante la revisione, non sono mancate le critiche da parte dell'opposizione. "Un decreto semplicemente anti-americano", ha commentato il senatore democratico Chuck Schumer.