Alla Procura della Repubblica di Trani è arrivata una segnalazione anonima riguardante alcuni atteggiamenti aberranti di diverse guardie giurate che prestano servizio per un'istituto di vigilanza metronotte di Ruvo di Puglia, in provincia di Bari. L'esposto mira a far valutare, da parte della magistratura, possibili responsabilità penali. Durante una chat su WhatsApp, alcuni vigilantes avrebbero postato foto che li ritraevano sorridenti in un obitorio, accanto alle salme. Foto decisamente sconcertanti, ora al vaglio della Procura. Nell'esposto si sottolinea che nessuno dei vertici e dei dipendenti dell'istituto di vigilanza ha postato commenti di biasimo.

Accessi clandestini all'obitorio

Un esposto anonimo fa tremare un istituto di vigilanza metronotte pugliese. Alcuni dipendenti, infatti, sarebbero entrati clandestinamente in un obitorio, facendosi ritrarre vicino alle salme, poco prima del funerale. Le foto, finite anche online, mostrano vigilantes gioiosi accanto ai defunti. Nella segnalazione si precisa che gli agenti non potevano assolutamente entrare nell'obitorio di notte, quindi di sarebbe trattato di accessi proibiti. Chi ha presentato l'esposto sarebbe un collega dei vigilantes beffardi. L'uomo ha messo in evidenza che, di notte, quell'obitorio viene chiuso, quindi nessuno può entrarvi. Ciò che sconcerta chi ha segnalato la vicenda sconcertante è che nessuno dei dirigenti abbia censurato le foto o adottato provvedimenti nei confronti delle guardie giurate che hanno commesso 'azioni ripugnanti'.

Scatti aberranti su WhatsApp

Foto senza dubbio sgradevoli e biasimabili postate in una chat su WhatsApp. Guardie giurate che, invece di lavorare, si mettevano ad offendere i defunti. La segnalazione fatta recentemente alla Procura di Trani riguarda questo ed altro. E' deprecabile, secondo chi ha presentato l'esposto, anche l'atteggiamento dei vertici dell'azienda, poiché non hanno fatto nulla per ostacolare i dipendenti. Sembra che nel gruppo, con tali immagini, si volesse far sorridere i partecipanti. Adesso la Procura ha aperto un'inchiesta a carico di ignoti.