Se questo è il preludio della sua amministrazione alla Casa Bianca dopo soltanto pochi mesi in carica, al suo confronto i Bush rischiano di sembrare "colombe". Il 'falco' Donald Trump colpisce ancora e, dopo l'attacco in Siria e la flotta spedita a nord del Pacifico con l'obiettivo di indurre la Corea del Nord a stoppare i continui test missilistici, ha dato l'ordine di sganciare un pontentissimo ordigno sull'Afghanistan orientale. L'arma in questione viene definita 'la madre di tutte le bombe', tra quelle che ovviamente non sono dotate di testata nucleare.

Tolta l'atomica, non esiste al mondo una bomba più potente e distruttiva. L'obiettivo del Pentagono erano i tunnel sotterranei costruiti in Afghanistan, nella provincia di Nangarhar, dai miliziani dello Stato Islamico. Riteniamo che l'operazione abbia un triplice scopo: in primo luogo c'è quello di testare sul campo un'arma così potente, mentre in seconda battuta è chiaro che Trump intende smentire le accuse di aver messo da parte la lotta all'Isis dopo l'attacco alla Siria di Assad. Terzo e non meno importante obiettivo, quello di mostrare ulteriormente i muscoli. Pertanto Russia, Iran, Siria e Corea del Nord sono avvisate, qualora ci fosse bisogno, sulla devastante potenza militare di Washington.

Le caratteristiche della MOAB

L'arma si chiama MOAB, acronimo di Massive Ordnance Air Blast, interpretato anche come Mother Of All Bombs (appunto, come detto, madre di tutte le bombe). Costruita nel 2002, non era mai stata utilizzata sul campo di battaglia. Le forze armate americane l'avevano però testata in Florida nel 2003, a pochi giorni di distanza dall'invasione dell'Iraq decisa dall'amministrazione di George Bush jr.

Il peso complessivo è di quasi 10 tonnellate, non è la più pesante perché viene superata, ad esempio, dalla Grand Slam, bomba a caduta libera utilizzata dall'aviazione britannica durante la seconda guerra mondiale. A livello di detonazione, però, questa tipologia di bomba guidata è molto più potente. Oltre alle quasi otto tonnellate e mezzo di materiale esplosivo di cui è composta, infatti, è in grado di creare fortissime onde d'urto che possono distuggere qualsiasi cosa nel raggio di centinaia di metri.

I complimenti del presidente

Donald Trump è raggiante, dopo la missione anti-Isis in Afghanistan. "Sono estremamente orogliono dei nostri soldati, i soldati americani che hanno la mia totale autorizzazione su ogni cosa". Il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, ha evidenziato che nel corso dell'azione non ci sono stati danni a strutture collaterali, né vittime civili. "Il nostro unico obiettivo erano i tunnel e le grotte scavate dai miliziani dello Stato Islamico". L'operazione conferma la piega militarista intrapresa dall'amministrazione Trump. Per un presidente che in campagna elettorale aveva aspramente criticato l'interventismo delle amministrazioni che lo avevano preceduto alla Casa Bianca, quanto accaduto in questi ultimi giorni non è esattamente una dimostrazione di coerenza.

Se non è in linea con sé stesso, quantomeno Trump si dimostra perfettamente allineato con la politica estera degli Stati Uniti d'America negli ultimi 241 anni di Storia, tanti quanti ne sono trascorsi dalla dichiarazione d'indipendenza.