Momenti di ansia e attesa per la famiglia di Gabriele del Grande, il giovane reporter che domenica scorsa è stato bloccato in Turchia.

Il fermo, avvenuto nel corso di un'intervista con il TG3 Regionale della Toscana lungo il confine con la Siria, è risultato in un silenzio lungo giorni, mentre l'Ambasciata Italiana ad Ankara cerca di ottenere un rimpatrio in tempi brevi.

Varie organizzazioni si sono unite all'appello: tra di esse, il movimento "Verità per Giulio", legato al caso di Giulio Regeni, giovane ricercatore assassinato in Egitto lo scorso anno.

Massima attenzione dalla Farnesina, Ambasciata: "Auspichiamo rimpatrio a breve"

Il Ministero degli Esteri della Farnesina, in accordo con l'Ambasciata d'Italia ad Ankara, conferma la massima attenzione verso il caso di Gabriele del Grande.

Un comunicato ufficiale dichiara che Del Grande "Sta bene. E' stato fermato perché si trovava in una zona del Paese in cui non è consentito l'accesso", mentre l'Ambasciata auspica che presto vengano chiariti i tempi di rimpatrio. Si uniscono i legali della famiglia e dalla commissione per la tutela dei diritti umani del Senato, che invitano a rendere "noti al più presto tempi e modalità" per il rilascio del giornalista.

Gabriele del Grande, 35 anni, è atteso in Lucchesia da moglie e figli, oltre che dai genitori.

Nel corso della sua carriera, Del Grande ha pubblicato per L'Unità, Internazionale, Redattore Sociale e Peace Reporter, scrivendo vari libri e curando reportage da Paesi belligeranti, non ultima la Siria.

Nel 2014 ha realizzato il il documentario "Io sto con la sposa", insieme ad Antonio Augugliaro e Khaled Soliman Al Nassiry, un lungometraggio finanziato dal crowdfunding e arrivato alla Mostra del Cinema di Venezia, nella sezione "orizzonti".

Libertà di stampa ai limiti in Turchia: giornalismo sotto attacco

Il caso di Gabriele del Grande è solo l'ultimo di una lunga serie.

Secondo Amnesty International, sono oltre 120 i giornalisti indipendenti messi agli arresti in Turchia sotto il governo di Erdogan, le cui misure restrittive a seguito del golpe avvenuto la scorsa estate hanno portato alla chiusura di centinaia di agenzie di stampa, creando migliaia di disoccupati.

Dopo la vittoria al referendum di Pasqua, si temono ulteriori ostacoli nei confronti della libertà di parola, ai limiti storici nella penisola.

Tali sviluppi potrebbero rendere più difficoltoso il rientro del reporter italiano, visto il prolungarsi dello stato di emergenza per i prossimi tre mesi e il conseguente irrigidimento dei controlli in entrata e uscita dalla Turchia.