Lo scoppio di una guerra tra la Corea del Nord e gi Stati Uniti potrebbe avere conseguenze disastrose per gli equilibri geopolitici. La posizione della Cina è di estrema difficoltà, legata da un vecchio patto militare con Pyongyang e, nello stesso tempo, orientata allo sviluppo di nuove partnership commerciali con l'Occidente. Un conflitto praticamente al confine è l'ultima cosa che Pechino vuole, motivo per il quale il governo sta cercando di riportare alla ragione i due contendenti. Da un lato c'è la richiesta, diretta al regime nordcoreano, di fermare i programmi di sviluppo nucleare in modo da stemperare la tensione.

Dall'altra, la Cina si mette letteralmente di traverso nei confronti di Washington e di Seoul, chiedendo di stoppare le manovre militari. "Il pericolo di una guerra che può scoppiare in ogni momento è grande - fanno sapere dal ministero degli esteri di Pechino - e noi non possiamo rischiare nulla, le conseguenze di un conflitto sarebbero inimmaginabili".

Tra l'incudine ed il martello

Ad oggi è difficile prospettare la posizione cinese dinanzi allo scoppio di una guerra tra Corea del Nord e Stati Uniti. Il leader Xi Jinping si trova letteralmente tra l'incudine ed il martello. Contrariamente a quanto accaduto durante la Guerra di Corea del 1950, non ci sarebbe supporto militare al regime di Pyongyang, la cui presenza però fa comodo alla Cina che non vuole nemmeno pensare all'eventualità di una penisola coreana riunita sotto l'ala statunitense.

Inoltre, la decisione di Washington di affrettare le installazioni del sistema antimissili richieste dal governo sudcoreano è stata duramente contestata. "Chiediamo con forza a Stati Uniti e Corea del Sud di fermare le azioni che danneggiano gli interessi della sicurezza nella regione, tra queste il dispiegamento del sistema THAAD in territorio sudcoreano, del quale chiediamo la rimozione", ha detto Geng Shuang, portavoce del ministero degli esteri, aggiungendo che il governo "farà i passi necessari per difendere i suoi interessi".

Non è assolutamente un segreto che tanto la Cina quanto la Russia si sono sempre opposte allo schieramento di un sistema antimissile a poca distanza dai rispettivi confini, tanto per Pechino quanto per Mosca, si tratta di "una minaccia".

Pyongyang: 'USA responsabili se scoppia una guerra'

Intanto la flotta statunitense guidata dalla portaerei Carl Vinson si avvicina alla penisola coreana.

Due giorni dopo le esercitazioni congiunte con i mezzi navali giapponesi nel Mare delle Filippine, i natanti a stelle e strisce hanno raggiunto le acque a sud del Mare del Giappone dove sono state impegnate in una serie di manovre, integrate dalla presenza di velivoli dell'aeronautica militare nipponica. In base a quanto dichiarato dal Pentagono, entrambe le iniziative che hanno visto coinvolti i comandi militari di Washington e Tokyo, sono una "dimostrazione delle capacità di Stati Uniti e Giappone di lavorare insieme e rispondere ad eventuali minacce nell'area". Da Pyongyang sono però arrivate nuove minacce, tramite un comunicato della Korean Central News Agency, agenzia di comunicazione del regime di Kim Jong-un. "Se scoppia una guerra nella penisola coreana, gli Stati Uniti saranno considerati del tutto responsabili, soprattutto doopo aver portato attrezzature e mezzi di guerra speciali".