L’era della pazienza strategica è finita

Dopo il fallito lancio di ieri di un missile intercontinentale da parte nordcoreana e dopo le precedenti e reiterate minacce da parte di Donald Trump, tutto il mondo si aspettava una forte risposta americana ad un’eventuale proseguo della strategia della tensione da parte di Kim Jong-Un.

Con il vicepresidente americano Mike Pence in visita presso Seul, naturale quindi aspettarsi che essa potesse arrivare in breve tempo; questa mattina durante la visita della zona demilitarizzata tra le due Coree, il numero due statunitense ha tuonato dal palco: “L’era della pazienza strategica è finita”.

La libertà con cui, dal 18 dicembre del 2011, il leader supremo nord coreano governa e tiene in scacco le nazioni di mezzo mondo, sembra essere arrivata a un punto di non ritorno, frenata com’è dalle minacce americane e dalla presenza di un forte protettorato statunitense come quello della vicinissima Corea del Sud.

L’alleanza con l’altra Corea e le pressioni della Cina.

La Corea del Sud infatti rimane uno degli alleati più preziosi di Donald Trump nel Mar del Giappone e il vicepresidente americano ha voluto chiarire quanto gli Stati Uniti utilizzeranno “mezzi pacifici o in ultima analisi qualsiasi mezzo necessario” per proteggere Seul e stabilizzare l’intera regione.

Pence ha inoltre definito “corazzata” l’alleanza tra i due paesi; durante la visita, ha anche ribadito quanto il suo presidente e l’alto comando americano stiano vagliando tutte le opzioni sul tavolo, per fare pressione sul dittatore nordcoreano affinché fermi le provocazioni agli Stati Uniti e alla Sud Corea, nonché interrompa il suo programma nucleare.

Il vicepresidente, la cui visita nella zona militarizzata non era presente sul programma ufficiale, ha anche definito il lancio di ieri, come aveva fatto Trump subito dopo che era arrivata la notizia, “una provocazione” e si è limitato ad affermare quanto per l’amministrazione statunitense sia importante l’intervento della Cina, dalla quale si aspettano un aiuto concreto nel fermare il piano di riarmo atomico nordcoreano.

Il regime Nord Coreano, non pago della tensione ormai giunta alla stelle, continua a promettere "guerra totale" di fronte ad un possibile intervento statunitense e continua a lavorare sul suo programma nucleare, promettendo di utilizzarlo in caso di un'azione contro le sue forze armate.