Roberto benigni diffida report dal mandare in onda un’inchiesta sul presunto fallimento degli Umbria studios, gli studi cinematografici di Papigno, una frazione di Terni, che l’attore premio Oscar sognava di far diventare la nuova Cinecittà. Non sono bastate le minacce di querela (probabilmente messe in atto) di Matteo Renzi e del Giglio Magico, prima e dopo la messa in onda della puntata di lunedì scorso, sul presunto ‘scambio politico’ (salvataggio dell’Unità in cambio di appalti) con la Pessina Costruzioni. Su Report pende anche la possibilità di un accordo tra Pd e Forza Italia in Cda Rai per togliere la tutela legale ai giornalisti del programma creato da Milena Gabanelli.

Adesso ci si mettono pure i coniugi Benigni, Roberto e Nicoletta Braschi, i quali, tramite il loro avvocato Michele Gentiloni Silveri (cugino del premier Paolo Gentiloni), hanno inviato una lettera di diffida alla redazione di Report, per cercare di bloccare la messa in onda, lunedì 17 aprile, del servizio sugli Umbria studios di Papigno. Annunciata già querela, invece, contro l’anteprima del pezzo, mostrata al termine della scorsa puntata (guarda il video qui sotto). Eppure, il benigni di oggi è lo stesso Benigni che nel 2011 firmava l’appello ‘Nessuno tocchi Report’ per difenderlo dagli attacchi di Berlusconi.

La vicenda degli Umbria studios di Papigno

Papigno è la frazione della città umbra di Terni dove Benigni ha girato La vita è bella, pellicola premiata con la preziosa statuetta, e anche Pinocchio.

Qui, l’interprete della ‘Costituzione più bella del mondo’ che ha poi votato si al referendum del 4 dicembre per cambiarla, ha pensato di dare vita ad un polo cinematografico dall’immaginifico nome di Umbria studios. Il progetto della nuova Cinecittà, secondo quanto scoperto da Report, si sarebbe mangiato 16 milioni di euro tra investimenti pubblici, fondi europei, statali e regionali.

Importo però contestato da Gentiloni Silveri.

I fatti risalgono a più di dieci anni fa. L’inchiesta della Rai parla di una perdita di circa 5 milioni di euro. A salvare letteralmente la sciagurata impresa di Benigni ci pensa nel 2005 proprio la Cinecittà studios, società che vede tra i suoi maggiori azionisti Aurelio De Laurentiis, Andrea Della Valle e Luigi Abete.

La Cinecittà avrebbe sborsato 3,9 dei 5 milioni di debiti accumulati da Johnny Stecchino. Unico risultato concreto di questa operazione è che, attualmente, l’area di Papigno risulta abbandonata e i 200 posti di lavoro non esistono più. Contattato dalla redazione di Report, Benigni pronuncia solo una frase: “Non sa quanti soldi ci ho perso”. Ma intanto la società Cinecittà sta per ritornare pubblica e lo Stato si accollerà anche i suoi di debiti.