Un futuro strappato, un futuro che non arriverà mai. Ci si sofferma solo sulle colpe di chi sgancia le bombe o di chi vuole avere il predominio su un'area storicamente appetibile, ma mai sulle conseguenze. Un vero e proprio genocidio su un popolo come quello siriano, ormai sfaldato. Non c'è più futuro, non c'è più soluzione. Città massacrate, uomini massacrati. Bambini massacrati. E tutto questo con il tacito assenso di chi dovrebbe intervenire.

Una tragedia che non sfiora nessuno

La tragedia non è solamente la morte in sé, condannabile a prescindere.

Ma chi rimane, con quali occhi vedrà il futuro? Mamme e sorelle violentate, amici uccisi da una brutalità non indifferente. Motivo? Non lo sa realmente nessuno quale sia il movente di tutto ciò. Come può un bambino siriano guardare al futuro, senza genitori né ambizioni? Di storie e di tragedie ce ne sono, ma questa volta le tragedie sono cercate e mirate. E ancora una volta non si capisce la sottile differenza che un giorno quei bambini saranno uomini svuotati di qualsiasi valore. E le conseguenze sono le stesse che subiamo adesso.