La redazione del programma di approfondimento giornalistico Report, in onda su Rai 3 questa sera, 10 aprile, ha deciso di trasmettere l’inchiesta dal titolo ‘L’Unità immobiliare’, firmata da Emanuele Bellano, nonostante la minaccia degli avvocati di Matteo Renzi di adire le vie legali in caso di mancato oscuramento di un servizio che rischia di mettere in serio imbarazzo l’ex premier. In pratica, i segugi del programma passato quest’anno di mano da Milena Gabanelli a Sigfrido Ranucci, hanno scovato un presunto testimone oculare, che per il momento non ha voluto svelare la sua identità, che ha rivelato come nel 2014, avvenne una sorta di “scambio politico” durante una trattativa tra il tesoriere del Pd, Francesco Bonifazi (nelle vesti di ambasciatore di Matteo Renzi) e il costruttore Massimo Pessina.

Secondo la ‘gola profonda’, l’entourage renziano avrebbe promesso all’imprenditore milanese l’ottenimento di appalti dell’Eni in Kazakistan in cambio del salvataggio economico del disastrato quotidiano L’Unità.

Renzi contro Report

Ma non solo, perché la Pessina Costruzioni, con gli utili in calo del 96% nel 2014 (secondo quanto ricostruito da report), subito dopo la rilevazione del giornale fondato da Antonio Gramsci, nel 2015 riesce ad ottenere commesse per un valore di 236 milioni di euro. Si va dalla costruzione di abitazioni per tecnici e dirigenti Eni che lavorano nell’immenso giacimento di petrolio kazako di Karachaganak, ai lavori di ampliamento di 5 ospedali in Iran, all’aggiudicazione della gara di appalto per l’ospedale di La Spezia.

Naturalmente gli interessati (Renzi, Eni e Pessina) o non rispondono, o negano l’intreccio denunciato dalla trasmissione di Rai 3.

E anzi, con una breve nota, i legali di Renzi definiscono false, diffamatorie e calunniose le notizie contenute nell’inchiesta di Bellano, e diffidano gli autori dal diffonderle, pena una querela in sede giudiziaria.

Purtroppo per l’ex premier, però, le minacce non vanno a buon fine: Ranucci (immaginiamo d’accordo con i vertici della Rete) decide di mandare in onda il servizio la sera del 10 aprile. Sulla pagina Facebook della storica trasmissione compare anche un post per lanciare l'evento. La notizia viene ripresa solo dal Fatto Qutidiano, dal Giornale e da poche altre testate minori ma, grazie a internet, la polemica si rivela una fonte di pubblicità gratuita per Report e un potenziale boomerang per Renzi.