Dovremmo essere nel millennio della massima diffusione del concetto di "Libertà", del libero pensiero, della libertà di essere e vivere come desideriamo (nel rispetto degli altri, ovviamente). Dovremmo essere nel periodo storico in cui guerre ed intolleranze non dovrebbero avere modo di esistere, ma così non è.

Una nuova, assurda storia di intolleranza ed omofobia giunge in queste ore dalla Cecenia, scoperchiata e resa pubblica da un incredibile reportage pubblicato sul sito del periodico russo indipendente Novaya Gazeta.

Una storia assurda

Una storia davvero assurda, accompagnata da tanto di immagini sconvolgenti ad avvalorare le parole riportate.

Secondo alcune testimonianze, riportate dalla rivista online e avvalorate dalle inchieste anche delle associazioni internazionali LGBT (che lottano per i diritti umani e sociali di lesbiche, gay, bisessuali e transgender) negli ultimi mesi in Cecenia sarebbero state arrestate un centinaio di persone di orientamento omosessuale, richiuse in carceri perticolari, torturate ed, in alcuni casi, uccise (almeno tre, stando a quanto scritto da Novaya Gazeta).

Già dai primi di aprile alcune delle maggiori testate internazionali (fra cui il New York Times ed il Guardian) riferivano di queste presunte operazioni di "epurazione" contro gli omosessuali ma le autorità cecene hanno sempre duramente negato che tutto ciò stesse accadendo.

Nessun "coming out"

Bisogna tenere ben presente che nelle zone del Caucaso, come nella stessa Unione Sovietica ed in quasi tutte le aree mediorientali, dichiararsi omosessuale equivale quasi ad una condanna a morte e quindi nessuna delle persone arrestate in Cecenia, ben consce di questo, avrebbe fatto ostentazione del proprio orientamento sessuale.

Da ciò deriva un assoluto arbitrio delle autorità per quanto concerne i fermi e gli arresti. Le famiglie delle persone arrestate, inoltre, non riescono a fornire alcun tipo di supporto, tra la paura di eventuali ritorsioni delle autorità e la "vergogna" di una possibile ammissione dell'omosessualità del loro congiunto.

Novaya gazeta, però, non si è fermata alle accuse ma ha pubblicato anche una sere incredibile di testimoniante e di terribili fotografie, consegnate da chi era riuscito a fuggire da quell'orrore e che tentava di nascondersi da una nuova cattura.

Per questo motivo il giornale, insieme ad alcune associazzioni, ha anche istituito una linea telefonica diretta ed assolutamente anonima. Le testimonianze parlano di torute durate settimane, a volte mesi, che in alcuni casi fortunati si concludono con la riconsegna della persona alle proprie famiglie, magari dietro pagamento di una cauzione; i detenuti vengono picchiati duramente, bastonati, sottoposti a scariche elettriche, lasciati nudi nelle celle. Poi, se tutto va bene, quando vengono rilasciati subiscono anche offese ed umiliazioni davanti ai familiari.

Naturalmente il leader conservatore ceceno Ramzan Kadyrov nega ogni responsabilità ed afferma che, secondo lui, in Cecenia non esisterebbero omosessuali.