La minaccia del terrorismo di matrice islamica ormai ha messo in allerta tutta l'Europa. Nel corso di una serie di controlli effettuati dalle forze dell'ordine italiane, è stato bloccato un uomo egiziano di 43 anni rispedito, proprio oggi, nel suo paese di origine. Questi, condannato per reati comuni, nel 2013 era già stato espulso una prima volta, ma nonostante ciò era rientrato in Italia pochi mesi fa, dopo aver ottenuto un visto dall'Ambasciata italiana in Egitto in modo fraudolento.

Perché è stato avviato un nuovo procedimento di espulsione?

Il Viminale, con una nota ufficiale, ha comunicato che, alcuni giorni fa, la Digos di Catania ha scoperto che l'uomo dimorava in un camper, all'interno del quale è stato trovato un machete di 40 cm e un cellulare contenente file audio con inni e canzoni jihadiste. Inoltre, sempre nel dispositivo mobile, sono state rinvenute delle foto ritraenti immagini dell'assassinio dell'ambasciatore russo in Turchia. Di conseguenza, si suppone che l'egiziano fosse in contatto con l'attentatore di Berlino, Anis Amri, ucciso a dicembre a Sesto San Giovanni da un poliziotto, mentre era in fuga dalla Germania. Il sospetto che l'egiziano fosse affiliato alle cellule jihadiste, ha spinto le autorità italiane a trasferirlo presso il Centro per rimpatri di Brindisi, dal quale poi è stato portato a Roma per essere rimpatriato con un volo diretto verso Il Cairo.

Si tratta del 39esimo rimpatrio effettuato nel 2017. Dal 2015 ad oggi, sono circa 171 i procedimenti di espulsione comminati dalle autorità italiane. Tutto ciò mette in evidenza come la minaccia terroristica legata all'estremismo islamico sia concreta anche nel nostro paese. Non è dato sapere se l'Italia sia semplicemente un luogo di passaggio, oppure se le cellule terroristiche stiano realmente progettando un attentato.

Recentemente, a causa del susseguirsi degli atti terroristici in Francia, anche nelle più importanti città italiane, come Roma, i controlli sono aumentati. Ovviamente i continui sbarchi e l'impossibilità di controllare l'operato di ogni individuo che arriva sul nostro territorio, rende difficile il raggiungimento di un livello di sicurezza inattaccabile.

La probabilità che ci siano cellule terroristiche attive anche in Italia, infatti, è elevata, come dimostrano le recenti espulsioni. Questi interventi basteranno per evitare davvero eventuali attacchi? Gli italiani possono realmente stare tranquilli?