L’elenco dei latitanti di massima pericolosità viene aggiornato periodicamente dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale.

I latitanti più pericolosi secondo la Pubblica Sicurezza

Tutti i soggetti fanno parte del “Programma Speciale di Ricerca” gestito dal Giirl, il Gruppo integrato interforze per la ricerca dei latitanti più pericolosi. Il gruppo di lavoro che seleziona i soggetti da inserire nell’elenco è stato istituito nel 1994, subito dopo l’arresto di Totò Riina, ed è costituito da uomini appartenenti a Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Servizi antidroga, Dia e servizi segreti.

I criteri per cui si viene indicato come latitante di massima pericolosità sono tre:

1) La durata della latitanza

2) La gravità dei reati commessi

3) L’appartenenza ad un’organizzazione criminale

Ad oggi, visti i numerosi successi conseguiti dallo Stato (30 super ricercati arrestati dal 2008) sono “soltanto” 6 i soggetti presenti nell’elenco dei latitanti più pericolosi d’Italia. Vediamo chi sono e di quali crimini sono accusati, secondo quanto riportato dal sito del Ministero dell'Interno alla metà del mese di aprile.

Cubeddu Attilio

Storico esponente dell’Anonima Sequestri sarda, Cubeddu fu arrestato nel 1984 con l’accusa di sequestro di persona, omicidio e lesioni gravissime e venne condannato a 30 anni di reclusione.

Nel gennaio del 1997, dopo un permesso premio concessogli per buona condotta, si rende nuovamente irreperibile e finisce coinvolto anche nel sequestro Soffiantini. Da allora è latitante.

Di Lauro Marco

È il quarto figlio di Paolo Di Lauro, storico boss dell’omonimo clan camorristico che da anni domina su Secondigliano. È latitante dall’8 dicembre 2004, quando riuscì a sfuggire al blitz che portò all’arresto del fratello Ciro.

Accusato di associazione di tipo mafioso e altro, nel 2012 il Tribunale di Napoli lo ha condannato all’ergastolo per l’omicidio di Attilio Romanò, giovane e innocente vittima della sanguinosa faida di Scampia.

Messina Denaro Matteo

La Primula Rossa di Cosa Nostra non ha bisogno di presentazioni. Latitante dal 1993, la sua scheda segnaletica rivela che è ricercato per “associazione di tipo mafioso, omicidio, strage, devastazione, detenzione e porto di materie esplodenti, furto ed altro”.

Erede dei vari Riina e Provenzano, è l’ultimo grande boss della Mafia siciliana.

Motisi Giovanni

Membro di Cosa Nostra, è il capo dell’omonimo clan – con sede nel quartiere Pagliarelli di Palermo - ed uno dei mafiosi più potenti della Sicilia. La sua famiglia è stata da sempre alleata dei Corleonesi e lo zio Matteo – condannato all’ergastolo - ha fatto parte del gruppo di fuoco che ha ucciso Rocco Chinnici, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. È latitante dal 1998, ricercato per associazione mafiosa, omicidio e strage.

Morabito Rocco

Nato ad Africo, in Calabria, Morabito è il secondo criminale con la latitanza più lunga, dopo Matteo Messina Denaro. Il re della cocaina (così lo definiscono nelle indagini) è ricercato, infatti, dal 1994 per “associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti ed altri gravi reati”.

Ha subito una condanna a 30 anni di reclusione. È discendente della famiglia Morabito, il cui capostipite è Giuseppe detto ‘U tiradrittu’.

Giorgi Giuseppe

Altro ‘ndranghetista di spicco, Giorgi è nato a San Luca, cuore pulsante della Santa. Dal 1995 è in fuga dalla giustizia ed è ricercato per “associazione di tipo mafioso finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, armi, estorsioni ed omicidi”. Secondo le accuse dei pentiti è stato il referente del clan Romeo nello smaltimento illecito di rifiuti: gli inquirenti ritengono che abbia avuto un ruolo di primo piano nell’affondare, al largo delle coste calabresi, navi cariche di rifiuti radioattivi, attraverso l’utilizzo di dinamite.