Storie 'in fotocopia', perché tutte uguali o molto simili, riempiono la cronaca e raccontano la stessa sconcertante realtà: genitori musulmani osservanti, da tanti anni in Italia, con figlie nate e cresciute nel nostro paese, ma che rifiutano qualsiasi integrazione culturale. E così, non appena accada che le figlie adolescenti non vogliano aderire alle rigide imposizioni e mostrino comportamenti 'occidentali', l'unica reazione è la repressione violenta.

Protagonista del nuovo ultimo caso è una 15 enne residente in un paesino vicino Bassano, in provincia di Vicenza, nata e cresciuta in Italia, che al momento di andare a scuola venerdì scorso non voleva portare il velo e il padre l'ha 'castigata' con schiaffi e pugni.

L'adolescente ha trovato il coraggio di reagire.

A scuola con i lividi, scatta l'allarme

A scuola la 15 enne si è presentata col viso tumefatto, i lividi, tremante e sconvolta. Prima ai suoi compagni di classe e poi agli insegnanti, ha raccontato l'accaduto e quel che vive: lei ritiene assurdo dover aderire alle regole integraliste paterne; vuole vestire come tutte le sue coetanee e stare a capo scoperto. Il padre, venerdì scorso, nel vederla andar via senza il velo, l'ha picchiata brutalmente, le ha imposto di indossarlo, e l'ha mandata a scuola.

D'intesa con la preside, gli insegnanti hanno avvisato gli assistenti sociali e l'adolescente, dopo essere stata curata in ospedale per le ferite riportate, è stata trasferita in una comunità protetta.

Quando la sera il padre ha visto che la figlia 'ribelle' non tornava a casa è andato su tutte le furie con comportamenti tali che i carabinieri hanno segnalato l'uomo, un musulmano di origine africana, all'autorità giudiziaria.

Una lunga casistica di maltrattamenti alle figlie 'infedeli'

C'è un lungo elenco di episodi di cronaca che raccontano lo stesso identico 'trattamento' a cui vengono sottoposte, di volta in volta, o dal padre o dalla madre, ragazzine a tutti gli effetti italiane, nel caso in cui rifiutino l'integralismo religioso dei genitori.

Per citare solo qualcuno dei più recenti: a Bologna una ragazzina è stata rasata a zero dalla madre perché non voleva indossare il velo, era troppo 'occidentale' e la procura l'ha allontanata da casa; un'altra a Udine è stata picchiata dalla mamma per lo stesso motivo.

Se non è il velo la causa di una imposizione violenta, c'è ad esempio il matrimonio combinato come è accaduto proprio l'altro giorno a una ragazzina di Torino di 15 anni a cui la madre aveva imposto l'unione con uno sconosciuto ma la polizia l'ha salvata.

Ora, ha paura che le sue sorelline di 3 e 6 anni diventino anch'esse 'spose bambine': "Ho paura facciano la mia stessa fine, per favore aiutate anche loro", ha detto alla polizia.

"Sono fatti inaccettabili, che non devono succedere mai”, ha detto Ermando Bombieri, vicepresidente dell’Unione montana Valbrenta (che riunisce otto comuni dell’area in prossimità di Bassano del Grappa) con delega al sociale - valuteremo insieme alla dirigenza scolastica e alle forze dell’ordine, come agire per tutelare la ragazzina, che per ora resta in una comunità protetta”.

In Olanda multati 550 migranti perché non integrati

Hanno ricevuto multe fino a 1240 euro, almeno 550 tra migranti e rifugiati perché non hanno superato gli esami di integrazione, prova di lingua e di cultura nazionale che sono obbligatori in Olanda entro tre anni dall'arrivo nei Paesi Bassi.

L'esame include lettura, scrittura, ascolto, conversazione, dopo aver partecipato ai corsi necessari per superarlo, chiedendo all'agenzia di governo che se ne occupa, un prestito fino a 10 mila euro per finanziare gli studi. Lo prevede la nuova legge sull'integrazione entrata in vigore nel 2013. Il superamento del test è un requisito obbligatorio, sia per ottenere il permesso di soggiorno che la cittadinanza olandese.

Viceversa, la madre che a Torino aveva imposto a Torino il matrimonio combinato, pur abitando nel nostro paese da molti anni, non conosceva neanche qualche parola d'italiano; parlava solo l'arabo a indicare un totale rifiuto di almeno tentare una via d'integrazione.