Ennesimo sfregio da parte di un turista al nostro patrimonio artistico, esattamente al colosseo. È la seconda volta che uno straniero si diverte a "scrivere" la testimonianza del suo passaggio su uno dei monumenti più importanti della storia dell'umanità. L'uomo è un 55enne ecuadoregno, che ieri pomeriggio stava incidendo i nomi della figlia e della moglie, quando è stato notato dal personale della soprintendenza speciale del Colosseo che vigila sullo storico anfiteatro.

L'incisione contiene due nomi ed una data, "Rachid 2017" e "Diana", e probabilmente l'uomo stava ultimando la sua scritta con una seconda data quando è stato fermato.

Subito dopo è stato trasferito dai carabinieri nella caserma di via Tasso, dove è stato denunciato a piede libero. L'accusa, per il turista, è di danneggiamento aggravato su edifici d'interesse storico e artistico.

Appena 2 mesi fa un'altra turista - questa volta francese - era stata denunciata per aver inciso il suo nome su un pilastro forense della struttura. La donna, una 45enne, era in visita all'Anfiteatro Flavio con sua figlia e 2 nipoti. Era stata fermata dopo essere stata sorpresa ad incidere la scritta "Sabrina 2017" su una colonna vicino all'ingresso dei visitatori. Avrebbe anche lei usato una monetina per attuare lo sfregio.

I monumenti danneggiati in Italia

Roma è stata spesso teatro di danneggiamenti di opere artistiche da parte di vandali e turisti: nel 2015 la Barcaccia del Bernini è stata pesantemente sfregiata da un'orda di tifosi olandesi del Feyenoord, giunti nella Capitale per seguire la loro squadra durante un incontro di calcio.

L'opera era stata scheggiata in più punti, ed usata come discarica dai vandali olandesi. Anche la statua dell'elefante a Piazza Minerva ha subito danni, così come il Largo delle Quattro Fontane.

Nemmeno Firenze è rimasta immune agli scempi: basti ricordare lo sfregio alla statua del Ratto delle Sabine, mentre a Trani la cattedrale è stata danneggiata da vandali.

A Torino, invece, degli scellerati si sono accaniti sul monumento a Galileo Ferraris di Corso Montevecchio. La Chiesa di Santa Maria della Verità a Viterbo ha subito il danneggiamento di un affresco del 1300: il dipinto è stato coperto con il simbolo di falce e martello tracciato con una vernice rossa. Sempre a Viterbo, dei vandali hanno "affrescato" con scritte e simboli politici l'abside della chiesa di San Giovanni ed il tabernacolo. A Napoli, l'interno dell'arco di Alfonso D'Aragona del Maschio Angioino è stato riempito di nomi verniciati.