Settantadue morti, di cui venti bambini e diciassette donne. Un attacco chimico, che non ha lasciato possibilità a nessuno di salvarsi. L' attacco nella provincia siriana di Idlib, sul villaggio di Khan Shaykhun, nel nord della Siria, ha fatto precipitare la situazione anche a livello di equilibri internazionali.

Stati Uniti, Francia e Regno Unito hanno presentato una proposta di risoluzione all' Onu, che parla di crimine di guerra: "Quell'attacco chimico è stato un crimine di guerra e una risoluzione di condanna può fare pressione sulle parti in conflitto e sui paesi che hanno influenza su di loro".

In parole povere l'Onu vuole intervenire.

Siria, le colpe rimpallate

In un primo momento si era ipotizzato un coinvolgimento della Russia, ma a quanto pare il governo ha smentito immediatamente l'ipotesi. In quel momento nessun convoglio russo stava sorvolando la zona interessata. E Mosca scende in campo per difendere l'aviazione siriana: a quanto pare gli agenti tossici provengono da un deposito sotto il controllo dei ribelli, colpito erroneamente dai bombardamenti.

Gli stessi Stati Uniti però pensano ci sia un coinvolgimento anche da parte di Iran e Russia. Ancora una volta le colpe vengono rimpallate e intanto vittime innocenti muoiono per mano di bombardamenti che non hanno ancora un colpevole.

Una strage senza fine

Colpe o meno, siamo davanti ad un vero e proprio disgregamento degli equilibri politici mondiali. Un territorio praticamente cancellato da un conflitto che va avanti ormai da troppo tempo, una popolazione che stando ai numeri, non esiste più. Sono davvero tantissimi i morti che per via del conflitto (ma anche colpiti in maniera indiretta durante il flusso migratorio di massa), hanno pagato a caro prezzo le conseguenze di un passato troppo scomodo da ammettere.

E ormai servono a poco le parole e le colpe di uno o dell'altro governo: i morti restano, i bombardamenti anche.

"Assistiamo inorriditi agli ultimi eventi in Siria. Esprimo la mia ferma deplorazione per l'inaccettabile strage nella provincia di Idlib, dove sono state uccise decine di persone inermi, tra cui tanti bambini. Faccio appello alla coscienza di quanti hanno responsabilità politiche, a livello locale e internazionale, affinché cessi questa tragedia e si rechi sollievo a quella cara popolazione da troppo tempo stremata dalla guerra.

Incoraggio, altresì, gli sforzi di chi, pur nell'insicurezza e nel disagio, si sforza di far giungere aiuto agli abitanti di quella regione": sono queste le parole di Papa Bergoglio, il quale è intervenuto dopo la strage delle scorse ore.

Una popolazione senza tregua, un sollievo che stenta ad arrivare. Prosegue la strage, proseguono bombardamenti ormai inutili. Ma soprattutto in questo momento proseguono senza sosta le morti di chi ha avuto una sola colpa, ovvero nasce nel luogo sbagliato del mondo. E tra interessi ed equilibri, si alza la voce ma nessuno fa realmente qualcosa. Olocausto 2.0, con gas tossici a stroncare delle vite: le similitudini sono forzate, ma molto simili ad una delle pagine più nere della storia contemporanea. Ma piuttosto che colorarle, continuiamo ad imbrattare le pagine dei libri di storia con il solito sangue.