L'ennesima vicenda incastrata nella tela burocratica che attanaglia il nostro Paese, quella relativa alla costruzione dello stadio della As Roma. Ieri, 5 aprile 2017, è arrivato un altro stop, l'ennesimo. Negativo, infatti, il parere uscito dalla Conferenza dei servizi. Confermata così la bocciatura del progetto che era stato promosso dall'amministrazione Marino, oggi definitivamente archiviato.

L'iter burocratico relativo alla costruzione dell'impianto destinato a ospitare la squadra capitolina, dunque, deve ripartire dall'inizio. Non da zero, comunque, visto che un accordo definito e definitivo tra Comune e As Roma è stato trovato, e da quello non ci si può spostare.

Adesso servirà necessariamente la convocazione di una nuova Conferenza dei servizi che dia il via libera definitivo ai lavori. Questa nuova Conferenza, comunque, secondo quanto riferito dagli interessati, dovrebbe avere tempi più brevi rispetto ai sette mesi della precedente.

Tutto come previsto

Lo stop, in realtà, era stato ampiamente annunciato. Paolo Ferrara, capogruppo del movimento 5 stelle capitolino, ha detto che in ogni caso la prima pietra dell'impianto potrà essere posta nel 2018, rassicurando i cittadini/tifosi del fatto che lo Stadio si farà, seppur con un ritardo di qualche mese. Era ormai chiaro da diverse settimane, dunque, che l'esito del tavolo istituzionale sarebbe stato negativo.

Lo stesso Campidoglio aveva da tempo messo in conto l'ipotesi di dover convocare una nuova Conferenza. Il vicesindaco Luca Bergamo ha dichiarato che non sarebbe potuta andare diversamente, visto che la Conferenza si è espressa su un progetto che, di fatto, non esiste più (quello approvato dalla giunta Marino). Una delibera che possa sostituire a tutti gli effetti quella di Marino, tuttavia, ancora non c'è.

La giunta Raggi, infatti, ha fino a questo momento approvato solo delle linee guida piuttosto generiche. E, proprio per questo, non sono mancati gli attacchi dall'opposizione. Antongiulio Pelonzi, consigliere Pd in Comune, ha additato la vicenda come l'ennesimo fallimento del Movimento, e come l'ennesimo colpo mortale inferto all'economia della Capitale.

Le condizioni poste dalla Regione

L'avvio di un nuovo tavolo sembra comunque esser vincolato ad alcune, improcrastinabili condizioni. Nel comunicato scritto da Michele Civita, assessore regionale alle Politiche del Territorio, si legge che il proponente avrà tempo fino al prossimo 15 giugno 2017, data ultima entro cui il proponente dispone della possibilità di presentare le sue controdeduzioni anche con diversa formulazione. Questo passaggio potrà determinare l'avvio di una nuova Conferenza dei servizi. Per proseguire, quindi, e ottenere il via libero definitivo, bisogna necessariamente risolvere il nodo del vincolo dei Beni Culturali sull'Ippodromo di Tor di Valle. Necessarie inoltre ulteriori garanzie sulle infrastrutture, affinché venga disposta la sostenibilità dell'iter burocratico. La strada sembra esser ancora molto lunga.