Un giovane kirghiso di nazionalità russa. I servizi di sicurezza russi hanno pochi dubbi e dopo aver vagliato numerose piste, hanno identificato il kamikaze autore della strage sul vagone della metropolitana di San Pietroburgo. Si chiamava Akbarjon Djalilov, aveva 22 anni e sarebbe stato in contatto con i combattenti jihadisti siriani. L'ipotesi ha il suo senso, perché la Russia di Vladimir Putin è stata ed è tutt'ora in prima linea al fianco del governo di Damasco, contro lo Stato Islamico e gli altri gruppi armati ex qaedisti in Siria.

I resti trovati sul vagone

L'identità del killer è stata ricostruita dai resti rinvenuti sul vagone centrale della metropolitana. Akbarjon Djalilov si sarebbe trovato non lontano dalle porte, dove è stata individuata la sua mano che reggeva dei fili. A confermare l'ipotesi degli investigatori anche il portavoce dei servizi di sicurezza del Kirghizistan, Rakhat Saoulaimanov. A questo punto, l'ombra lunga dell'Isis prende contorni sempre più reali. La componente uzbeka e kirghisa dello Stato Islamico è uno dei battaglioni più pericolisi e letali al servizio della causa jiahdista. Anche Abdulkadir Masharipov, il killer di Capodanno autore della strage di Istanbul, era di nazionalità uzbeka e faceva parte di questa rete che comprende kirghisi, uzbeki, tagiki e kazaki.

In questo momento, gran parte delle milizie centrasiatiche del califfato è impegnata in Iraq nella difesa di Mosul.

Le diverse piste al vaglio degli inquirenti

Dunque, il bilancio praticamente definitivo dell'attentato di San Pietroburgo è di 14 morti ed oltre 40 feriti, anche se tra questi ci sono alcuni che versano tutt'ora in gravi condizioni.

Sarebbero tutti russi, questo ovviamente sarà reso noto nelle prossime ore, ma non ci sarebbero turisti o cittadini stranieri. Pertanto, dopo aver vagliato tutte le opzioni possibili, quella del terrorismo jiahdista che porta direttamente ai fedelissimi dello Stato Islamico resta la pista più probabile. Inizialmente c'erano dei dubbi, quando sembrava che l'ordigno fosse stato piazzato all'interno di una valigia 24 ore e lasciato sul vagone della metro: il modus operandi non era quello dell'Isis e l'ipotesi di una pista interna, relativa al terrorismo ceceno, era tra le più considerate.

In piena notte è circolata l'indiscrezione di un attentato suicida, soprattutto dopo che l'uomo misterioso con cappello e barba neri, ripreso dalle telecamere e considerato un sospettato, si è recato al posto di polizia assicurando la sua estraneità ai fatti. Gli inquirenti hanno iniziato a muoversi in un'unica direzione, quella del terrorismo centrasiatico che supporta il Daesh. Dapprima è stato fatto il nome di tale Maxim Arishev, 22enne kazako. Poi, nella prima mattinata di oggi, l'identità del killer sembra aver trovato contorni definitivi. Akbarjon Djalilov potrebbe aver avuto dei complici, è stato infatti rinvenuto un secondo ordigno poi disinnescato dagli artificieri, nella stazione di Ploschad Vosstaniya. La rudimentale bomba camuffata da estintore conteneva una maggiore quantità di esplosivo rispetto a quella azionata sul treno ed è stata sicuramente lasciata sul posto da un'altra persona.