Era un giorno di lavoro come tutti gli altri per Riccardo Ferrazzo, trentenne titolare di una tabaccheria di Jesolo, nota località balneare della provincia di Venezia, quando al cospetto del ragazzo si sono presentate cinque persone inferocite a loro dire dalla presenza in vendita di alcuni accendisigari su cui è ritratta l'immagine di Hitler e di Mussolini. Un gruppo composto da tre giovani sulla ventina e due persone sulla quarantina, che con fare deciso si sono recate al banco contestando al tabaccaio la presenza dei gadget "nostalgici", chiedendo che fossero ritirati dal mercato.

La rabbia dei contestatori

Rivolgendosi a Ferrazzo in inglese gli hanno contestato la vendita degli accendini in questione: "non puoi vendere questa roba" gli hanno detto, spiegando di essere cittadini israeliani e di ritenere tali oggetti un'offesa per il loro popolo. Il titolare li ha invitati alla calma sostenendo che tali gadget siano liberamente venduti in tutta Italia, ma la spiegazione non ha sortito i risultati sperati, e anziché calmarsi i cinque si sono scaldati ancora di più, minacciando di dare un pugno al tabaccaio.

Hanno distrutto la merce

Fortunatamente il gruppo ha desistito dall'aggredire fisicamente il venditore, ma prima di andarsene i cinque non hanno rinunciato a distruggere la merce incriminata.

Hanno gettato a terra gli accendini e li hanno calpestati violentemente fino a spaccarli. Se ne sono andati solo quando Ferrazzo ha minacciato di rivolgersi alle forze dell'ordine, cosa che poi ha fatto. "Sono allibito, non mi era mai capitato niente del genere in molti anni di lavoro" ha dichiarato ancora scosso dall'episodio.

Il gruppo si è dileguato a bordo di un'automobile targata francese. Le forze dell'ordine hanno aperto un'indagine per risalire ai protagonisti della vicenda e indagano in tutte le direzioni, e tra le ipotesi c'è anche quella che i cinque uomini non fossero veramente israeliani, ma dei provocatori che hanno colto l'occasione per fare confusione.

La scena è stata ripresa dal sistema di telecamere a circuito chiuso installate nel locale.

La controversia sui gadget nostalgici

Negli ultimi anni la proposta di proibire la vendita di articoli dove sono ritratte le foto di Hitler e Mussolini o altri simboli riconducibili al nazifascismo è stata caldeggiata più volte, suscitando opinioni contrastanti tra chi ritiene inutile e liberticida il provvedimento e coloro che lo ritengono giusto. E se a livello nazionale non c'è stato niente di fatto, il Comune di Reggio Emilia a dicembre dello scorso hanno ha proibito la vendita di materiale fascista nel suo territorio.