Il vesuvio preoccupa sempre di più. E' da anni che vulcanologi ed esperti avvertono del rischio di una nuova eruzione del 'supervulcano', uno dei più minacciosi del mondo. L'eruzione, comunque, non dovrebbe essere incipiente. Certo, la paura c'è, anche perché, pian piano, la lava sta risalendo. Gli esperti hanno detto recentemente che, a circa 3 km di profondità, si è creato una sorta di bacino di magma con un diametro di 4 chilometri. Ciò, chiaramente, non può non allarmare. Non è un caso, inoltre, che la Protezione civile, un lustro fa, abbia elevato il livello di allerta (da verde a giallo).

Campi Flegrei vanno sorvegliati costantemente

L'ultima eruzione del Vesuvio risale al 1538. Negli ultimi anni la lava è tornata a risalire, quindi i Campi Flegrei devono essere monitorati costantemente. Secondo i vulcanologi, il grande vulcano campano non erutterà prossimamente, ma non bisogna mai abbassare la guardia. Uno dei problemi più grandi resta quello dell'evacuazione, visto che sarà difficile trasferire le tante persone che vivono alle pendici e nelle vicinanze del Vesuvio. Il traffico e la forte densità della popolazione sono due fattori che potrebbero rendere ardua la gestione di una situazione d'emergenza. Il grosso cratere napoletano è stato ed è oggetto di indagini e studi condotti non solo da esperti italiani.

Nel 2011, Katherine Barnes lo aveva soprannominato su Nature la 'bomba ad orologeria d'Europa'. La pericolosità del Vesuvio, comunque, è stata sottolineata da tanti studiosi, negli ultimi anni. Si tratta di uno dei crateri più sorvegliati al mondo assieme al Monte Fuji e il Mauna Kea.

In caso di 'risveglio' ci sarebbe tempo per evitare una carneficina

Il direttore de 'Le Scienze', Marco Cattaneo, precisò in un suo editoriale che le eruzioni dei vulcani, oggi, diversamente dei terremoti, si possono prevedere. Qualora il 'gigante napoletano' dovesse 'risvegliarsi', dunque, ci sarebbe tempo per far allontanare la gente e scongiurare una strage, come purtroppo è accaduto in passato.

Bisogna, dunque, lavorare sui piani di emergenza. Questi ci sono? Assolutamente sì, almeno stando alle parole di Silvia Bencivelli. Questa ha ricordato che l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, la Regione Campania e numerosi Comuni collaborano da tempo per approntare efficaci piani di emergenza. Secondo il Piano nazionale di emergenza per il Vesuvio, firmato dall'ex premier Enrico Letta, qualora vi fossero indizi di un'eruzione incipiente verrebbero evacuate circa 700.000 persone nel giro di 3 giorni.