E pensare che Times Square nel cuore di Manhattan è considerata obiettivo sensibile a New York, ed è sempre strettamente presidiata dalle forze dell'ordine. Ieri l'irruzione nella piazza proprio all'ora di punta, mezzogiorno, dell'auto contromano che si è scagliata sulla folla uccidendo una giovane donna e provocando 22 feriti di cui 4 in gravi condizioni, ha costretto la Grande Mela a svegliarsi.

La città non è solo piombata di nuovo nell'incubo terrorismo e nella psicosi collettiva della strage, o nell'angoscia che tutto possa accadere in qualsiasi momento.

Non ha solo dovuto rivivere la paura di un nuovo 11 settembre o di replicare il tragico copione di alcune capitali europee quali Nizza, Berlino, Londra, Stoccolma dove i jihadisti hanno compiuto stragi trasformando camion o auto in armi di distruzione di massa. New York ieri ha fatto i conti con la propria vulnerabilità: malgrado le notevoli misure di sicurezza, è potuto accadere che un'auto amaranto contromano e fuori controllo sia riuscita a piombare sulla folla e a fare strage nella zona più famosa di New York.

Peggio ancora, poi, è stato scoprire che il "terrorista" è un cittadino ispano americano. Di più, è un veterano militare, già noto alle forze dell'ordine per una storia criminale: Richard Rojas, 26 anni, è un ex militare che ha agito non nel delirio del fanatismo integralista, ma delle voci e delle allucinazioni causate dall'assunzione di "K2", potentissima droga sintetica.

Oltre che "ispirato" da visioni di fine del mondo da adepto di Scientology.

Le 'voci' del veterano con precedenti che ha fatto piombare New York nell'incubo

Tutto faceva pensare ieri a un attacco terroristico: l'ora di punta, mezzogiorno locale, la piazza piena di impiegati in pausa, cittadini a passeggio e turisti.

L'auto che fa un inversione a u, imbocca una strada contromano e a folle velocità, proprio come le autobomba kamikaze dei terroristi, si schianta contro la folla. E invece l'attentatore Richard Rojas, 26 anni, è un ispanico nato nel Bronx, veterano della Marina già noto alle forze dell'ordine. Un militare espulso dalla Marina per aver minacciato un tassista in una base navale in Florida, poi per aver minacciato di uccidere tutta la polizia: per questo aveva già scontato due mesi in un carcere militare.

Inoltre, è già stato arrestato nel 2008 e 2015 per guida in stato di ebbrezza e all'inizio di quest'anno per aver minacciato un uomo con un coltello. E ieri, dopo essersi schiantato contro la folla e aver ucciso una ragazza di 18 anni e ferito altre 22 persone, secondo alcuni testimoni, sceso dalla macchina si è messo a inveire contro i passanti urlando, ha cercato di colpirli e prenderli a pugni prima d'essere bloccato da body guard di locali della zona e da poliziotti.

Messo sotto torchio dalla polizia, ha poi raccontato di aver sentito voci che gli hanno detto di farlo, che voleva uccidere e si aspettava di essere ucciso dalla polizia. Sottoposto a test, è risultato positivo: ha assunto potentissime droghe sintetiche che causano forti allucinazioni.

Quando si è diffusa la notizia che non era stato un attacco di terroristi islamici, la città si è sentita meglio. Ma intanto è morta una ragazza e altre persone sono ferite. Manhattan trasformata in teatro di guerra: imponenti misure di sicurezza, polizia, artificieri, unità antiterrorismo a presidiare la zona. E poi cani antiesplosivo per le strade, elicotteri in volo, ambulanze accorse, turisti e cittadini scortati e distanziati dall'area.

Di fatto è emersa la vulnerabilità di una città che, per quanto rafforzato il controllo dei "centri strategici", può essere messa "sotto attacco" da chiunque, anche da un proprio cittadino in preda a voci. Scampato il pericolo, resta la guerra invisibile, mai finita.