È finita bene la truffa immobiliare ai danni di dieci famiglie che nel 2008 hanno acquistato appartamenti che non sono mai stati costruiti in località Ghiaccione, alla periferia di Collesalvetti in provincia di Livorno. I truffati dovranno aspettare che la sentenza venga confermata in Cassazione prima di vedere i soldi, tuttavia piangono lacrime di gioia perché questa lunga battaglia si è finalmente conclusa con un risarcimento per le parti civili che raggiunge i 4 milioni di euro. Come si può leggere su Il Tirreno, il giudice Maria Giuliana Civinini ha condannato due dipendenti della Cassa di Risparmio di San Miniato con l’accusa di truffa in concorso, perché hanno favorito preliminari di vendita privi di indicazioni dettagliate minacciando gli acquirenti di perdere tutti gli anticipi versati e costringendoli a firmare una fideiussione di 65.000 euro.

Anche la banca era d’accordo

In realtà l’ex direttore dell’agenzia 1 di Livorno Marco Bracci e la vicedirettrice Susanna Audiberti, sono stati manovrati dall'ideatore del raggiro Attilio Petrillo, agente immobiliare della ditta Edil Centro che aveva il mandato di piazzare gli immobili della Carolina S.r.l. a Ghiaccione. Condannati anche la moglie di lui, in quanto amministratrice della società fallita nel 2012, e l’architetto incaricato del cantiere. L’agente immobiliare è stato condannato a sette anni, riconosciuto colpevole di truffa ed estorsione in concorso con l’ex vicedirettrice della Cassa di Risparmio di San Miniato Susanna Audiberti. L’amministratrice della Carolina S.r.l. è stata condannata a quattro anni e sei mesi per bancarotta fraudolenta; sei anni per Nicola Pagliuca, amministratore della ditta fallita.

Maxi truffa studiata a tavolino

La truffa delle case vendute e mai costruite è stata una vera odissea, perché gli ideatori si sono appoggiati a Bracci, che allora era il direttore dell’agenzia 1 della Cassa di Risparmio di San Miniato. In combutta con l’agente immobiliare e il procuratore della società costruttrice, avrebbe fatto firmare ai compratori una fideiussione che in realtà era un mutuo.

I titolari della Carolina S.r.l. erano una casalinga e un muratore protestato ed è incredibile come una banca abbia potuto dare loro tanta fiducia, soprattutto perché tutti gli altri istituti di credito gli hanno sempre negato qualunque tipo di prestito. Gli avvocati difensori del direttore di banca avevano sostenuto che non c’era stata nessuna truffa in quanto non c’erano stati danni, ma la vicenda è finita diversamente e finalmente le 10 famiglie avranno il risarcimento che gli spetta.