Francesco Schettino, da poco condannato in via definitiva a scontare 16 anni di carcere, al timone di una motonave adibita al soccorso in mare dei profughi per scaricarli poi direttamente nei centri di accoglienza italiani. E senza essere pagato. La trovata, a suo modo geniale anche se poi abortita, di affidare questo compito all’ex comandante della Costa Concordia - la nave da crociera naufragata ignominiosamente all’isola del Giglio il 13 gennaio 2012 - era venuta in mente a Leonardo Sacco e Andrea Del Bianco. I due sono, rispettivamente, ex governatore della Misericordia di Isola Capo Rizzuto e attuale presidente della Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia.

Ma, mentre il secondo non risulta nemmeno indagato, il primo è finito in manette pochi giorni fa nell’ambito dell’operazione Jonny, portata avanti dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro di Nicola Gratteri. Gli inquirenti calabresi hanno scoperto un presunto giro di affari milionario sulla pelle dei migranti in cui sarebbe coinvolta la ‘ndrangheta.

Secondo le informative degli investigatori - contenute nel fascicolo agli atti dell’inchiesta e ora pubblicate, in parte, dal quotidiano on line crotonenews.com (e riprese anche da La Verità) - Sacco e Del Bianco, intercettati al telefono il 26 agosto del 2014, progettavano di condurre operazioni di soccorso per i migranti alla deriva nel Mediterraneo con una imbarcazione privata, come le Ong.

L’intenzione era di realizzare una struttura autonoma della Protezione civile alle dirette dipendenze della Misericordia. Per far questo, però, il loro business plan prevedeva di attuare pressioni politiche per modificare la legge vigente, oltre alla necessità di procurarsi una nave da altura adatta allo scopo. Anzi, a sentire Sacco (ora indagato insieme a don Edoardo Scordio e altre 66 persone per associazione mafiosa e altri gravi reati), il progetto era a buon punto visto che ammetteva, intercettato, che “a livello di autorizzazioni per le imbarcazioni abbiamo tutto, quindi non ci manca niente, abbiamo il personale da imbarcare, il pilota, abbiamo tutto”.

L’idea Schettino

A dire la verità, qualcosa mancava, perché il suddetto “pilota” avrebbe dovuto essere niente di meno che Francesco Schettino, individuato come la figura adatta anche da un punto di vista pubblicitario. Ma l’ipotesi di farsi pubblicità con il responsabile dell’affondamento della Concordia rimase, appunto, solo un’ipotesi.

Schettino, inoltre, avrebbe anche dovuto “lavorare gratis”, scrivono gli inquirenti riassumendo le parole degli intercettati, in modo tale da avere la “possibilità di riscattarsi”. Proprio un bell’affare per l’Ente della Misericordia, visto che il ministero degli Interni paga più di 30 euro al giorno per ogni migrante ospitato in strutture come il Cara di Isola Capo Rizzuto dove, parole di Gratteri, veniva distribuito cibo per maiali.