Ieri, verso le 17.00, è morto a Bologna, all'interno della sua auto, a 64 anni, Romano Trevisani, l'ex chitarrista di Vasco Rossi. La causa del decesso è stata subito chiara, si è trattato di suicidio, e la conferma è stata data da un biglietto trovato nel suo appartamento, ubicato poco distante dal luogo dell'accaduto. Sul biglietto il musicista ha salutato per l'ultima volta parenti ed amici, e ha spiegato brevemente le ragioni del suo gesto estremo. Trevisani ha deciso di farla finita sparandosi un colpo alla tempia, con una scacciacani modificata.

L'allarme è stato dato da alcuni passanti, che hanno assistito alla scena e che hanno visto l'uomo accasciato e i sedili dell'auto macchiati di sangue. Nonostante la tempestività dei soccorsi, che hanno trasportato il chitarrista ancora vivo all'ospedale Maggiore di Bologna, per lui non c'è stato nulla da fare, è morto circa un'ora dopo.

Perché ha deciso di farla finita?

La polizia, grazie alle indagini, è risalita alla vera motivazione del suicidio: senza dubbio i disagi economici; negli ultimi tempi i problemi lavorativi affliggevano il chitarrista bolognese, in quanto la sua vita professionale non era più quella di una volta, ormai si era lasciato alle spalle quelle collaborazioni importanti degli anni '80 o '90.

Oltre a collaborare con Vasco Rossi, Trevisani in passato è stato il chitarrista di Gianna Nannini, Eugenio Finardi e di Loredana Bertè. Ha inoltre suonato con il cantautore bolognese Andrea Mingardi, con il quale presiedeva la giuria del "Festival delle arti", concorso per i giovani esordienti in varie discipline artistiche, ideato dallo stesso Mingardi.

Tantissimi sono stati i messaggi sui social dei fans e di tutti coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato come persona e come musicista. Quando scompare un personaggio della musica, o comunque anche una persona non famosa, rimane un vuoto, in parte colmato da tutto ciò che di bello ha lasciato nel suo percorso lavorativo e affettivo e, nel caso di cui stiamo parlando, la sua fragilità di uomo non offuscherà la stima di chi lo amava e continuerà ad amarlo.Un messaggio importante che si dovrebbe trasmettere, soprattutto alle nuove generazioni, quando accadono queste tragedie, è che i problemi, vanno affrontati, sempre, anche se sembrano insormontabili, il "suicidio" non è mai la soluzione! è coraggioso colui che continua a vivere e non colui che decide di non volerlo più fare.