Il ministro della difesa Roberta Pinotti rende pubblica una possibile rivalutazione della leva obbligatoria, in termini di 'servizio civile'. Il ministro ha precisato durante il suo annuncio, che un eventuale ritorno alla leva obbligatoria, non consisterebbe in una vera e propria chiamata alle armi, ma in una sorta di servizio civile, nel quale i giovani e le giovani possano esprimere la loro umanità e comprendere sino in fondo il senso di unità, collaborazione e solidarietà.

La proposta del ministro

L'obbligatorietà del servizio di leva militare fu abolito nel 2005, in quanto non considerato utile alla costituzione di un esercito formato da militari capaci, preparati ed efficienti.

Ma il ministro Pinotti ha oggi 14 maggio 2017 riportato il tema alla ribalta delle cronache, durante la sfilata degli Alpini a Treviso, proponendo un tipo di servizio che sia comunque utile ai giovani per la loro formazione umana e solidale. Un servizio civile che coinvolgendo tutti i giovani e le giovani del nostro paese, contribuisca a formare persone forti e collaborative non necessariamente nell'ambito militare, ma in un ambito sociale da loro stessi scelto.

Il progetto, stando alle dichiarazioni del ministro, dovrebbe svilupparsi nell'ambito militare degli Alpini ed è già argomento di discussione in diversi paesi europei come Francia e Svezia. In sostanza, coloro che verranno formati nell'ambito del progetto sociale, andranno ad affiancare le Forze Armate nei casi di pubblica necessità ed emergenza.

Gli Alpini sembrano aver accolto con favore ed apertura il progetto, dichiarando per voce del generale Claudio Graziano, che un ulteriore affiancamento umanitario valido ed efficiente alle nostre Forze Militari, sarebbe di valido sostegno anche allo sviluppo del nostro paese.

Il parere di Macron

Il discorso del ministro Pinotti, trova l'appoggio di Emmanuel Macron, il quale già durante la sua campagna elettorale, aveva proposto ai cittadini francesi fra i punti del suo programma elettorale, un 'Servizio Nazionale' obbligatorio dalla durata di almeno tre mesi, coinvolgente tutti i giovani tra i 18 ed i 21 anni, sotto la supervisione dell'esercito francese e della gendarmerie. I progetti sociali, come proposti da Italia e Francia sembrerebbero essere destinati ad un ampio dibattito europeo, che coinvolgerà tutti i paesi dell'Unione Europea.