Salman Abedi, il responsabile della strage al Concerto di Ariana Grande a Manchester, è descritto dalle persone che lo conoscevano come un calmo e riservato ventiduenne, amante del calcio. Secondo alcuni conoscenti, ascoltati dagli investigatori, il giovane avrebbe mostrato segnali di radicalizzazione già tempo addietro, molto prima dell'attentato che ha spazzato via 22 giovani vite.

Un identikit incerto

Salman Abedi, figlio di una coppia libica immigrata nel Regno Unito nei primi anni '90, sarebbe stato addirittura cacciato dalla moschee che frequentava a causa della sua retorica a favore del sedicente Stato Islamico e per la sua continua glorificazione del terrorismo.

Pare addirittura che fosse stato denunciato alle autorità per queste sue posizioni estreme. Altri testimoni, invece, hanno espresso pareri discordanti, rigettando categoricamente le accuse ai danni di Abedi ed affermando che il ragazzo non ha mai avuto comportamenti violenti o preoccupanti.

Le testimonianze discordanti

Mohammed Shafiq, leader della Ramadhan Foundation di Manchester, ha raccontato che le posizioni radicali del giovane lo avevano portato, in passato, ad essere segnalato all'antiterrorismo da un altro membro dell'organizzazione islamica. In base alla sua testimonianza, l'estremismo, la retorica e la rabbia di Salman avevano preoccupato a tal punto da portare ad una denuncia di cui nessuno conosce gli esiti.

Il portavoce della comunità libica di Manchester, Mohammed Fadl, conoscente della famiglia dell'attentatore, lo descrive invece come un ragazzo all'apparenza normale, che mai avrebbe dato segnali di estremismo tali da preoccupare amici e conoscenti. Ma le sue simpatie per l'Isis, in base ad altri racconti, non erano poi così tanto nascoste.

Salman Abedi avrebbe addirittura contestato un Imam pubblicamente, solo perché quest'ultimo aveva predicato contro il Daesh. I suoi vicini di casa, nel quartiere di Fallowfield, ricordano un ragazzo alto, magro e spesso vestito con abiti tradizionali islamici.

I giorni prima dell'attentato

La madre del giovane kamikaze ha raccontato agli investigatori che suo figlio era da poco tornato in Gran Bretagna dopo aver passato un mese in Libia con il fratello più giovane Hashim.

Pare che Salman proprio in questo periodo abbia imparato a costruire l'ordigno che ha poi utilizzato per regalare un'altra "vittoria" allo Stato Islamico.

I suoi ultimi minuti

Ahmed bin Salem, portavoce dell'unità antiterrorismo delle Forze speciali libiche, ha riportato le ultime parole di Abedi alla madre e al fratello: "Perdonatemi". Un addio lasciato al microfono di un cellulare.