Domenica 30 aprile, dopo uno scarso preavviso alle famiglie dei suoi ospiti, La Casetta per giovani disabili che si trova a Torpignattara, in via degli Angeli a Roma, ha chiuso i battenti. La struttura, inaugurata qualche anno fa, aveva una gestione municipale e ad oggi chi di dovere non ha dato una spiegazione realmente precisa su quanto avvenuto. I consiglieri comunali hanno sottoposto il caso all'attenzione del minisindaco Boccuzzi, sostenendo che sia stato interrotto in maniera decisamente brusca un servizio davvero importante. Per coloro che sono stati ospitati nella Casetta, circa una decina di ragazzi, quel luogo ha rappresentato infatti una sorta di seconda casa, nella quale poter sperimentare una quotidianità fatta di elementi di vita reale quali fare la spesa, preparare da mangiare, eseguire le faccende domestiche e quindi esercitare la propria almeno parziale autonomia.

I familiari avviliti: 'Siamo sempre gli ultimi'

Sono tanti i familiari addolorati per questa incresciosa situazione. La signora Isabella, ad esempio, racconta del figlio Giulio, trentaseienne con un ritardo cognitivo causato da una meningite contratta a pochissimi giorni di vita. Frequentando la Casetta per una settimana al mese è riuscito ad imparare tante cose e ad interagire bene con gli operatori. Anche Anna è una madre sconvolta. Suo figlio si chiama Andrea, ha 25 anni e ha la sindrome di Down. Nella struttura ha imparato ad occuparsi della casa e ha anche acquisito un livello di autonomia tale da consentirgli di dormire fuori. Alla donna è stato detto che esistono problemi burocratici legati alla mancanza di alcuni documenti ma lei teme che il progetto non abbia avuto nuovi finanziamenti.

Il municipio risponde: 'Solo normali controlli, poi si riaprirà'

Dal canto suo, Mario Podeschi, assessore al Sociale, ha dichiarato a RomaToday che la chiusura sarà solo temporanea e ha aggiunto che sono in corso dei controlli sulle strutture municipali che forniscono servizi di questo tipo perché in passato non sono mai stati eseguiti.

L'uomo ha aggiunto che i fondi non mancano e che, al termine di un iter che richiederà circa 10 giorni, se tutto andrà nel verso giusto, con grande probabilità si potrà riaprire. Infine si è scusato per aver avvertito la responsabile del progetto solo 4 giorni prima della chiusura, il che ha causato un evidente disagio ai ragazzi e alle loro famiglie. A questo punto, la speranza è che davvero non si tratti di un provvedimento definitivo.