Rohtak, una città dell'India settentrionale a nordovest di Nuova Delhi, è stata teatro di due gravissimi fatti di cronaca. Nel primo degli episodi, una ragazza di 23 anni è stata rinvenuta barbaramente stuprata, mutilata e senza vita lo scorso 11 maggio. Secondo il rapporto della polizia, la vittima, un donna dalit, vale a dire 'senza casta' o appartenente alla quinta casta nel sistema sociale e religioso induista, si era solo rifiutata di sposare uno degli aggressori.

Nel secondo degli episodi, emerso sempre in questi giorni, una bambina di appena dieci anni è risultata vittima di ripetuti atti di violenza sessuale ad opera del suo stesso patrigno.

La mamma della minorenne, spesso fuori casa per lavoro, non ha esitato a sporgere denuncia una volta scoperto che il proprio compagno abusava della figlia già da qualche tempo. Tuttavia, il disgusto maggiore l'ha ricevuto in ospedale quando, in seguito ad approfondite analisi, medici le confermavano lo stato interessante della piccola.

Incinta a soli dieci anni

Secondo quanto riferito dal commissario Ramesh Kumar, la bimba in questione passava molto tempo in compagnia del patrigno aguzzino. E mentre la madre si assentava per recarsi al lavoro, l'uomo aveva approfittato per un lungo periodo di tempo della debolezza fisica e psicologica della minorenne per abusarne sessualmente.

Un contesto assai fertile per compiere questo tipo di reati, confessa Kumar all'agenzia di stampa Pti.

E mentre le forze dell'ordine consegnavano il principale imputato in mano ai magistrati, la bimba di soli dieci anni rimasta incinta a causa delle ripetute violenze, era stata ricoverata d'urgenza nel vicino ospedale.

Il giudice suggerisce l'aborto

Le serrate indagini sull'imbarazzante vicenda che tiene in apprensione l'opinione pubblica locale proseguono a tutto campo.

Nel frattempo, il magistrato interessato al caso, ha ordinato all'Istituto di Scienze Mediche di Rohtak di convocare un consiglio medico per valutare le concrete possibilità di effettuare un aborto. Una pratica consentita dalla legge indiana. Tuttavia, la gravidanza che colpisce la ragazzina ha superato il limite temporale consentito dal Codice Civile indiano.

Al riguardo, l'ordinamento giuridico dell'India prevede che possa essere praticato l'aborto soltanto entro la ventesima settimana di gestazione.

Purtroppo, queste incresciose vicende non sono nuove né per le le forze dell'ordine né per le vittime, le quali rimarranno segnate per sempre.