Questa mattina (5 maggio 2017) un uomo di 53 anni è stato ritrovato senza vita nelle campagne tra Fasano e Pezze di Greco. Era un' ex guardia giurata e residente a Montalbano. Si è tolto la vita impiccandosi ad un albero in un appezzamento di terreno in Contrada S. Angelo di proprietà famigliare. L'uomo, recentemente dipendente di un'azienda agricola, con questo gesto ha lasciato orfani due figli. Si pensa abbia trascorso la notte presso un parente ammalato per dargli assistenza e che poi, nel primo mattino, abbia deciso di uccidersi.

I motivi del gesto?

Non si conoscono le ragioni che hanno spinto l'uomo al terribile gesto. Sul posto sono giunti i Carabinieri della Stazione di Fasano ad esaminare ed effettuare i rilievi del caso.

Perché i suicidi aumentano proprio in primavera?

Un professore docente di psichiatria all'Università di Uppsala ha cercato di spiegare l'aumento di suicidi in primavera, rispetto ai mesi invernali. Secondo il suo studio la colpa di questa condizione è da dare alla serotonina, ovvero il neurotrasmettitore monoamminico utilizzato per la regolazione del tono dell'umore, il cosiddetto "ormone del buonumore". Alcuni pazienti che prendono farmaci antidepressivi che aumentano il livello di serotonina nel sangue, sono esposti a maggior rischio di suicidio.

Nel periodo in cui i pazienti sono sottoposti alle cure dei farmaci, alcuni di essi diventano fisicamente più energici o agitati e questa loro anomala reazione potrebbe portarli al suicidio. Il sole primaverile potrebbe portare quindi allo stesso effetto. L'eccesso di buonumore dovuto al Sole, secondo gli studi del professore, porterebbe alcuni ad uccidersi, dimostrando che esiste un legame tra la durata della luce solare e il rischio di togliersi la vita.

Un legame che è presente solo in quelle persone che al momento della morte facevano uso di antidepressivi.

Cosa porta ad un gesto così estremo?

Dinanzi alla morte volontaria i giudizi sono sempre stati differenti perché entrano in gioco una molteplicità di fattori: angoscia di vita, paura di non farcela, vergogna, vendetta, mancanza di speranza.

Ci sono anche molti studi sulla scelta del modo con cui suicidarsi. Studi dimostrano che chi si impiccava era soffocato dai sensi di colpa, chi si sparava voleva indirizzare la propria aggressività contro qualcuno ma non riusciva a farlo e quindi rivolgeva l'arma contro di sé. Una cosa è certa: la scienza, nello spiegare cosa accade nella mente umana per portarla al suicidio, parla di rottura di un equilibrio.