È cominciata come una serata sicuramente tra le più attese per il pubblico che ieri sera si è recato alla Manchester Arena per seguire il concerto di Ariana Grande, idolo di adolescenti e bambini di tutto il mondo, che a migliaia sfoggiavano i cerchietti con le orecchie da coniglietto che è diventato un po’ il simbolo della cantante ventitreenne di origini italiane nata in Florida, recatasi in Gran Bretagna per l’inizio del suo tour mondiale.

In molti erano accompagnati dai genitori, e alla fine del concerto i presenti hanno cominciato a defluire come previsto verso le uscite e poi in strada.

Un’occasione di gioia che per molte piccole vite si trasformerà presto in tragedia quando un presunto jihadista si è fatto esplodere nel mezzo della folla dopo aver fatto detonare un ordigno artigianale. Attentato rivendicato poche ore dopo dall’ISIS, i cui supporters hanno festeggiato sui social media la strage che senza alcun dubbio è stata dichiarata dalle autorità britanniche come il peggior attentato terroristico dopo quello del luglio del 2005 in cui a Londra si contarono 56 vittime.

I cittadini di Manchester hanno risposto all’ondata di terrore come i parigini, aprendo le loro case e dando tutto l’aiuto possibile alle persone presenti al concerto e ai loro cari, così come un hotel nei pressi dell’evento ha accolto decine di bambini per tenerli al sicuro.

I tassisti hanno offerto corse gratuite per portare a casa le persone ancora sotto shock, così come moltissimi volontari hanno donato il proprio sangue alle strutture preposte. Un fulgido esempio di umanità da parte della popolazione, sebbene il governo abbia alzato l’asticella di allerta a livello critico, aspettandosi altri imminenti attacchi.

L’attentatore era un cittadino di Manchester, nato da rifugiati libici e poi successivamente tornato in Libia dove, galvanizzato dalle idee dello Stato Islamico, si è addestrato per compiere questo crudele e feroce atto. Ciò che forse può stupire è che Salman Abedi, di soli 22 anni, non ne aveva molti di più degli adolescenti che si erano recati al concerto, a riprova di quanto le ideologie del terrore attecchiscano sempre più spesso tra i giovani e giovanissimi e di come non conoscano età, né tra gli attentatori, né, purtroppo, tra le vittime.

Le stime parlano di 22 morti e 59 feriti, tra cui si contano decide di bambini e ragazzi. Una delle prime vittime riconosciute è stata Georgina Callander, di soli diciotto anni, che nel 2015 aveva coronato il suo sogno ed aveva ottenuto persino un autografo e una foto dalla sua cantante preferita, e che voleva incontrare nuovamente la sua beniamina. Ed è proprio questo che fa più rabbia, che a farne le spese di questo attentato siano stati bambini e giovani adulti, che l’attentato abbia colpito al cuore la comunità, nei soggetti più deboli.