Un "romanzo della corruzione". Questo il termine utilizzato dagli esponenti della Procura di Palermo e gli ingredienti da fiction ci sono tutti, comprese mazzette e regali costosi per garantire i favori della politica. Oggetto del contendere le maggiori tratte marittime siciliane. In un colpo solo, i magistrati palermitani spazzano due autentici 'mostri sacri' della politica e dell'imprenditoria trapanese. Il primo è l'ex sindaco Mimmo Fazio, deputato all'ARS e primo cittadino di trapani dal 2001 al 2012, in procinto di correre per la terza volta per la guida della città falcata, dopo la disastrosa parentesi dell'amministrazione Damiano.

Il secondo è Ettore Morace, diventato punto di riferimento della ex Ustica Lines, ora Liberty Lines, la florida compagnia di navigazione fondata a suo tempo dal padre Vittorio. La famiglia Morace è anche proprietaria della maggiore realtà calcistica cittadina, il Trapani Calcio acquistato nell'estate del 2005 e condotto negli anni successivi dai dilettanti alla serie B. In manette è finito inoltre Giuseppe Montalto, capo della segreteria particolare dell'Assessorato regionale ai trasporti. Dei tre, soltanto Morace si trova in carcere mentre Fazio e Montalto sono stati sottoposti ai domiciliari. Nell'ambito dell'inchiesta, risulta indagata anche la sottosegretaria e senatrice Simona Vicari.

Le accuse rivolte a Morace

In questi ultimi anni, la Liberty Lines avrebbe fatto il bello ed il cattivo tempo nella gestione dei trasporti marittimi siciliani. Gli investigatori avrebbero riscontrato gravi irregolarità in merito all'affidamento delle tratte da parte della compagnia. Il coinvolgimento della senatrice Vicari salta fuori, ad esempio, in occasione dell'approvazione di un emendamento che riduceva l'Iva sul trasporto marittimo dal 10 al 4 %.

L'esponente politico sarebbe stata contattata da un tramite. "Il politico ed il tramite hanno avuto in cambio due rolex", ha spiegato il procuratore Franco Lo Voi nel corso della conferenza stampa in cui sono stati illustrati i particolari dell'operazione. Iscritti nel registro degli indagati anche l'ex deputata Marianna Caronia e la funzionaria del dipartimento alle infrastrutture della Regione Siciliana, Salvatrice Severino.

La prima, ex dipendente Siremar, sarebbe stata oggetto di una "più che favorevole liquidazione" da parte di Ettore Morace. Per la funzionaria regionale, invece, ci sarebbe stato il compito di fare da tramite in occasione di un contenzioso di Morace con la Regione Siciliana. L'armatore napoletano sarebbe stato favorito nel nuovo bando predisposto nel 2014. Da segnalare, inoltre, che la figlia di Salvatrice Severino era una dipendente dell'Ustica Lines.

Una vasta rete politico-istituzionale

L'accusa principale che i magistrati palermitani rivolgono ad Ettore Morace è quella di aver creato "una vasta rete di supporto politico-istituzionale che si estendeva a livello locale, regionale e nazionale, grazia alla quale la sua compagnia di navigazione ha ottenuto il quasi totale monopolio dei trasporti marittimi in Sicilia e si sarebbe aggiudicata fondi regionali gonfiati".

Tra i favori che Morace avrebbe ottenuto, la rimozione di un consulente sgradito presso l'assessorato regionale ai trasporti e la nomina a capo della segreteria del medesimo di Giuseppe Montalto, oltre all'assunzione di un amico giornalista all'ufficio stampa della compagnia. Ettore Morace si sarebbe inoltre attivato presso il Consiglio di giustizia amministrativa della Regione Siciliana, allo scopo di ottenere il rovesciamento della sentenza del TAR del 21 febbraio scorso. Il Tribunale amministrativo, di fatto, aveva respinto il ricorso di Liberty Lines avverso all'annulamento in autotutela della gara che assegnava i trasporti su navi veloci del 2016.

Il binomio Fazio-Morace

La vicinanza dell'onorevole Mimmo Fazio alla famiglia Morace è di vecchia data.

Il procuratore Lo Voi ha definito l'ex sindaco di Trapani "stabilmente asservito a Morace". In cambio dei suoi favori politici, Fazio avrebbe ottenuto l'assunzione di persone a lui vicine all'interno della compagnia, biglietti per le tratte ed anche l'uso di una Mercedes.

Le polemiche politiche

L'operazione che ha portato all'arresto di Mimmo Fazio, fa il palo con quanto accaduto un giorno prima al senatore Antonio D'Alì. Su quest'ultimo pende una richiesta di sorveglianza speciale emessa dalla procura di Palermo, se l'esponente di Forza Italia dovesse essere sottoposto all'obbligo di dimora la sua corsa elettorale a sindaco di Trapani sarebbe praticamente impossibile. D'Alì non ha ancora preso una decisione in merito al possibile ritiro della candidatura, mentre per Fazio è praticamente certa la decadenza della stessa.

La campagna elettorale trapanese rischia dunque di perdere i candidati maggiormente accreditati per la poltrona di sindaco e c'è qualcuno che accusa la magistratura di aver adottato un "sistema ad orologeria" che, indubbiamente, falserà le prossime elezioni amministrative. "Abbiamo tempi diversi - ha spiegato il procuratore Lo Voi - perché le indagini e la politica sono attività diverse. Le accuse che ci vengono rivolte sono ingenerose. Le motivazioni relative alla sentenza d'appello per D'Alì, dalle quali sono stati tratti elementi per la richiesta, sono state depositate appena un mese fa". Ma c'è già chi chiede il rinvio delle elezioni, tra questi l'ex deputato Fabio Granata. "Rinviare le amministrative è l'unico modo per garantire la partecipazioni democratica dei trapanesi al voto".