Pare che questa nuova follia abbia già soppiantato il giustamente temuto BlueWhale, il gioco a tappe che in nome del coraggio estremo istiga i partecipanti al suicidio e che sta destando allarme su scala mondiale. Come che sia, un gruppetto di ragazzini a Spinea in provincia di venezia ha deciso di sfidarsi al "Planking": il gioco il cui nome in inglese significa alla lettera "fare la tavola", consiste nello sdraiarsi a terra in luoghi inconsueti o pericolosi, in questo caso sulle strade cittadine percorse da auto. L'intento è dimostrare coraggio, farsi fotografare e filmare in condizione di rischio e levarsi solo all'ultimo per poi apparire sui social.

L'ultimo pericoloso 'hobby' di bambini annoiati

Erano poco più che bambini i partecipanti al 'nuovo' terribile gioco che in via Rossignago, una strada nel comune di Spinea, in provincia di Venezia, a due passi dalla scuola media Ungaretti, si sono sdraiati a terra sulla carreggiata in attesa del passaggio delle auto. Avevano al massimo 13 anni, i più piccoli appena 11: minori in cerca di emozioni forti, pronti a dimostrare presunto coraggio.

Venerdì all'uscita di scuola hanno deciso di sfidarsi in questo gioco: sono rimasti immobili sul manto stradale per vivere il "brivido" di aspettare l'arrivo di veicolo in transito e scansarsi solo all'ultimo. A segnalare l'accaduto, anche via Facebook, sono stati alcuni cittadini che, alla guida delle loro auto, si sono visti costretti a frenare di colpo per non investire i piccoli sfidanti.

Per ora si è trattato di un episodio che, per fortuna, si è concluso senza conseguenze. Intanto sono stati allertati carabinieri e forze dell'ordine che invitano a segnalare episodi analoghi. Dalle testimonianze dei cittadini pare che uno della "banda" che si atteggiava a capo, abbia rimproverato un partecipante per essersi alzato troppo presto da terra, mentre altri con l'immancabile smartphone in mano, immortalavano la scena per poi postare il video sui social.

Planking e carsurfing, il delirio di giovani fuori controllo tra emozioni forti ed esibizionismo

Il planking in realtà non è una pratica nuova. Non è la prima volta che se ne sente parlare. Come tutte le tendenze che circolano sui social, ha i suoi corsi e ricorsi: si tratta di fenomeni, mode, che procedono a ondate. Quando sembrano esaurirsi, ritornano in primo piano e catalizzano l'attenzione di giovani e giovanissimi.

La prima volta che se ne è sentito parlare è stato nel 2011 quando dall'Australia il "gioco" si è diffuso nel mondo.

L'esibizionismo è un gran movente di questa pratica: sdraiarsi in luoghi pericolosi serve a farsi fotografare per poi pubblicare immagini o video su Facebook o Youtube. Su Facebook era sorta nel 2011 una specifica pagina "Planking Australia".

Pur di apparire, c'è chi ha fatto planking su binari, cornicioni o sulle auto. Una pratica simile è il surf sul tetto delle auto in movimento, il "carsurfing" che qualche tempo fa a Rovigo ha ridotto in fin di vita un ragazzo.

Il planking ha già avuto i suoi "martiri": nel 2011, un ragazzo australiano, Acton Beale, è morto a 20 anni per averlo fatto sulla ringhiera del balcone di casa al settimo piano da cui è precipitato.

Un altro 20 enne australiano era finito in coma per aver fatto planking su un bagagliaio di un'auto in movimento.

"Divertimenti" non convenzionali, presunti riti iniziatici di giovani e giovanissimi, ossessionati dalla ricerca dei 5 minuti non più di celebrità ma di "viralità", la popolarità sui social, a costo della vita.