Un coro di bambini ha cantato l’inno dei sommergibilisti nell’ambito di una iniziativa organizzata dalla marina militare Italiana e sono divampate le polemiche ad opera dei sindacati di sinistra, i quali si sono scagliati contro la decisione di far cantare una canzone fascista ad un coro di bambini. La notizia è stata riportata dal sito Meridionews, il quale ha spiegato che l'episodio è accaduto ad Augusta, in provincia di Catania, dove il Comando Marittimo Sicilia aveva organizzato una manifestazione di promozione dell’attività della Marina Militare, nell’ambito della quale era prevista l’esibizione canora di alcuni cori di bambini di varie scuole del catanese.

Non è passata inosservata la performance del coro dei bambini dell’istituto 'Principe di Napoli' diretto da Agata Sortino, il quale ha intonato l’Inno di Mameli, la Preghiera del Marinaio e l’Inno dei Sommergibilisti, il quale è stato scritto da Mario Ruccione, autore di numerosi componimenti inneggianti al periodo fascista tra cui Faccetta Nera.

La reazione dei Cobas-Scuola

L’accaduto ha provocato l’indignazione della portavoce provinciale dei Cobas-Scuola di Catania Teresa Modafferi, la quale ha affermato che il testo crudo dell’inno dei sommergibilisti non è adatto ad un coro di bambini, i quali hanno dovuto imparare un gergo, che esalta un modo di pensare caratterizzato dalla sopraffazione del più forte sull’altro considerato un nemico da eliminare.

La Modafferi ha spiegato che la scuola, al contrario, dovrebbe promuovere la pace e educare i bambini alla democrazia, il rispetto e valorizzazione delle differenze. La sindacalista ha anche criticato l’abbigliamento del coro dell’istituto Principe di Napoli e ha affermato che l’ha colpita vedere i bambini vestiti allo stesso modo come se fossero tanti piccoli soldatini.

L’inno dei sommergibilisti fa parte del repertorio ufficiale della Marina Militare

Le polemiche dei sindacalisti sembrano eccessive, dal momento che la canzone in questione raggiunse una popolarità tale da sopravvivere alla caduta del regime fascista. La Resistenza ne adottò una versione che intitolò È così che vive il partigian e il testo parlava di un partigiano che cercava di far capire alla madre le ragioni alla base della sua decisione di darsi alla clandestinità per combattere l’invasore. Negli anni 50 tornò popolare la versione originale dell’inno, nonostante fosse dichiaratamente una canzone fascista, ed è entrata nel repertorio ufficiale della Marina Militare.