La cronaca nera dell'ultimo periodo racconta, disgraziatamente, di un gran numero di casi riguardanti il suicidio giovanile. Quasi come fosse un macabro fenomeno di massa, centinaia di giovanissimi, in molti casi minorenni, hanno deciso di togliersi la vita per completare quello che sembra una sorta di “gioco”, nato e diffusosi nell'est europeo.

Pare che i giocatori entrino in contatto con questa realtà attraverso i social network, relazionandosi con degli individui i quali sarebbero responsabili di coinvolgere i giovani all'interno del #“Blue Whale”.

Il nome, tradotto dall'inglese, “Balena Blu”, deriva da uno studio sul comportamento di questi cetacei che, secondo alcuni, avrebbero sviluppato una pratica simile a quella del suicidio. Sono infatti numerosi i casi di balene che, trovate inspiegabilmente spiaggiate, sembrano essersi volute togliere la vita intenzionalmente. I partecipanti di questo “gioco” saranno dunque destinati a condividere questa stessa terribile sorte, dal momento che l’atto conclusivo della partita consiste appunto nel suicidio.

Le regole del gioco

Il “Blue Whale” prevede che i suoi partecipanti intraprendano un percorso della durata di cinquanta giorni, nel quale ogni singolo giocatore sarà sottoposto ad una serie di prove.

Chiunque entri in contatto con questa realtà sarà, infatti, immediatamente affidato ad una sorta di “tutor” il quale, tramite chat e social network, comunica, di volta in volta, l'oggetto delle prove alle sue vittime. Questi soggetti si fanno chiamare “curatori” e, secondo le ultime indagini, sembrerebbero essere gli ideatori stessi di questo “gioco” crudele.

Nei cinquanta giorni del “Blue Whale” le vittime saranno sottoposte a delle sfide di difficoltà sempre crescente. Tra queste si contano la privazione del sonno, l'autoflagellazione, l'esposizione continua a immagini e video dal contenuto forte e inquietante per poi, infine, arrivare al gesto estremo del suicidio.

Un altro degli obblighi del “gioco” è quello di documentare la propria fedeltà con delle foto, prove inconfutabili che testimoniano l'effettivo superamento delle sfide proposte.

Ecco quindi spiegata la causa delle centinaia di video ritraenti giovanissimi che, intenzionati a togliersi la vita, si gettano nel vuoto lanciandosi dal palazzo più alto della loro città.

I casi italiani

Il “gioco della Balena Blu” si è ormai diffuso anche nella zona occidentale del continente, arrivando a coinvolgere alcune vittime persino in Italia. L’ultimo caso si è verificato infatti a #Milano, dove tre ragazzi hanno condiviso la stessa sorte dei molti giovani che, prima di loro, hanno deciso di assecondare questa pratica assurda. Si parla, per l’esattezza, di casi di suicidio giovanile provenienti dal solito istituto del milanese. Le autorità stanno attualmente verificando se esistono delle caratteristiche capaci di ricondurre queste dinamiche al “gioco della balena blu”.

Per contenere il fenomeno ed evitare che questa sorta pratica giovanile possa prendere piede anche nella nostra penisola, le autorità locali di molte regioni stanno aprendo fascicoli investigativi ed offrendo servizi sempre più efficaci alle famiglie che temono per la vita dei loro figli. L’attenzione, ovviamente, si concentra sempre di più nelle scuole. Mario Berardino, preside di un istituto medio in provincia di Erba, ha deciso di prendersi quest’impegno di prima persona, ispezionando ogni singola classe della sua scuola, al fine di garantire la sicurezza dei propri allievi. Anche in questa occasione sono state trovate ragazze con dei segni di lacerazione molto sospetti. Berardino ha dunque esortato i presidi di tutta Italia a seguire il suo esempio: “Tutti dobbiamo fare la nostra parte”.