Il bullismo che oggi, grazie al web e alla tecnologia, può assumere anche la veste di cyberbullismo, è una delle più grosse piaghe italiane. Purtroppo, non sempre le vittime denunciano gli abusi e le molestie, continuando a subire. Il bullismo fa male sia alle vittime che ai carnefici. Nelle ultime ore, la Corte di Cassazione ha confermato le condanna per quattro ex studenti campani, accusati di 'atti persecutori' contro un compagno di scuola. Questo, invece di reagire, aveva deciso di cambiare regione e, alla fine si era trasferito in Piemonte.

Una scelta dettata dalla paura delle minacce, degli insulti e delle botte.

Una grave lesione all'occhio

La vicenda del bimbo campano 'bullizzato' era venuta alla ribalta quando il minore si era recato all'ospedale per una grave ferita all'occhio, provocata proprio dai bulli. È iniziato un processo e, dopo svariate indagini, i quattro ex studenti campani sono stati condannati a dieci mesi di reclusione. La condanna è stata confermata anche dagli ermellini. Si tratta di una delle prime condanne per bullismo di minori che passa in giudicato, quindi diventa definitiva. La Suprema Corte non ha potuto fare altro che confermare la decisione presa precedentemente dai giudici minorili di Napoli, perché le prove contro i quattro ex studenti sono numerose.

I bulli avrebbero preso di mira per due anni un compagno di scuola, che frequentava il primo anno dell'istituto professionale 'Manfredi Bosco', in provincia di Caserta. Due anni d'inferno per un ragazzino campano, che ha dovuto subire angherie e percosse. A comprovare le sevizie ci sarebbe anche un video ripreso proprio da uno dei bulli.

Le rivelazioni del giovane bullizzato, secondo la Suprema Corte, sono state 'ritenute solidamente corroborate proprio dal filmato'.

Il 'clima di connivenza' nella scuola campana

I giudici della Cassazione concordano, dunque, con i colleghi della Corte d'Appello per i minorenni di Napoli, che accusarono anche la scuola per il 'clima di connivenza' e l'ottusità degli addetti alla vigilanza, che non si resero conto di quanto stesse accadendo.

I quattro imputati avevano cercato di ottenere una pena più 'leggera' ma gli ermellini sono stati inflessibili, ricordando che il ragazzo bullizzato, pur di evitare le botte, avrebbe dovuto subire continuamente atti di sopraffazione. Nulla da fare, dunque, per gli ex bulli che, nel frattempo, sono diventati maggiorenni. La Cassazione ha confermato la condanna per Antonio Faraone, Crescenzo Musto, Giuseppe Comparone ed Emiliano Raucci.