Il Consiglio di Stato ha deciso con sentenza (confermando così la sentenza TAR Lombardia del 2016) che la Regione Lombardia dovrà corrispondere un risarcimento danno di 132.965,78 a Beppino Englaro, padre di Eluana Englaro. Secondo i giudici del Consiglio di Stato, la Regione non si prese in carico il ricovero di Eluana (già in stato vegetativo da 17 anni) in una struttura sanitaria adeguata alla sospensione di alimentazione e idratazione, come riconosciuto da sentenza di Corte di Cassazione.

Per tal motivo, si rese necessario trasferire Eluana Englaro dalla casa di cura di Lecco (struttura pubblica) alla casa di riposo “la Quiete” di Udine (struttura privata), dove la ragazza spirò il 9 febbraio 2009.

Motivazioni della sentenza Consiglio di Stato

Il Consiglio di Stato spiega che la sentenza di condanna al risarcimento è motivata dal fatto che "non poteva porsi in dubbio l’obbligo della Regione di adottare, tramite proprie strutture, le misure che corrispondevano al consenso informato espresso da Eluana Englaro". Infatti, a seguito di sentenza di Cassazione (confermata anche in appello tramite rinvio) che stabiliva il diritto di Eluana Englaro a sospendere l’alimentazione e l’idratazione, la Regione Lombardia era obbligata a garantire alla paziente l'interruzione di vita volontaria (o eutanasia), attraverso strutture sanitarie adeguate.

Cosa che la Regione non garantì, obbligando quindi Beppino Englaro ad accollarsi tutte le spese di mantenimento di Eluana nella nuova struttura privata, in cui fu trasferita al fine di portare a termine le sue volontà di morte dignitosa.

Il Consiglio di Stato, infatti, nella sentenza continua dicendo che: "in presenza di una sentenza passata in giudicato che accertava il diritto all'eutanasia, la Regione Lombardia era obbligata a continuare ad assicurare ad Eluana Englaro la propria prestazione sanitaria, anche se diversamente dal passato, dando attuazione alla volontà espressa della paziente nell’esercizio del suo fondamentale diritto all’autodeterminazione terapeutica".

A differenza della precedente sentenza del TAR Lombardia (che nel 2016 aveva riconosciuto il dolo della regione Lombardia), secondo il Consiglio di Stato non vi è stato dolo da parte della Regione, ma colpa. Secondo il Consiglio di Stato, infatti, la Regione non voleva "nuocere" ma aveva ritenuto di "adottare le condotte più opportune".

Entità del risarcimento riconosciuto a Beppino Englaro

Il Consiglio di Stato ha condannato la Regione Lombardia al risarcimento di danni patrimoniali e non patrimoniali nei confronti di Beppino Englaro, per complessivi 132.965,78. La somma riconosciuta a titolo di risarcimento è così motivata dalla Consiglio di Stato: "12.965,78 a titolo di danno patrimoniale (oltre ad interessi legali dalla data dell'esborso a quella di pubblicazione sentenza) e 120.000 a titolo di danno non patrimoniale (oltre ad interessi e rivalutazione)". Inoltre, la Regione sarà tenuta anche al pagamento delle spese di giudizio.