"Terrorismo sotto l'egida dello Stato". Kim Jong-un non perde occasione per l'attaccare lo storico nemico. Nessun test missilistico stavolta, nessuna provocazione, ma semplicemente una nota dai toni estremamente duri affidata dalla KCNA, l'agenzia di stampa di Pyongyang, principale megafono del regime. L'assist alla Corea del Nord viene offerto dall'abbattimento del jet siriano da parte di un caccia statunitense. "Il governo siriano cerca soltanto di preservare l'integrità territoriale del proprio Paese. Purtroppo trova come ostacolo i missili e le bombe americane che continuano ad uccidere innocenti in tutto il mondo".

'Azione americana oltraggiosa'

Il regime rincara la dose, definendo "sempre più oltraggiosa l'azione americana in Siria, giorno dopo giorno". Per Pyongyang "gli Stati Uniti sono i veri responsabili del terrorismo internazionale" e la loro politica "distrugge la pace nel mondo". In un momento di relativa calma sul fronte del Mare del Giappone, pertanto, Kim Jong-un cerca un comodo affondo e trova anche terreno fertile. Evidente che il lungo braccio di ferro contro Donald Trump che potremmo definire vinto, almeno per il momento, lo ha rinvigorito. Viceversa, non possiamo certamente dire che da quando si è insediata la nuova amministrazione alla Casa Bianca, le quotazioni degli States a livello di politica internazionale abbiano subito un rialzo.

In realtà, tra Siria e Corea del Nord sono colate a picco. Il vero problema è che per Donald Trump non sono nemmeno le questioni più spinose da affrontare, visto che entro i propri confini si trova travolto dalla bufera del Russigate ed è sotto indagine (elemento confermato dal diretto interessato, ma smentito dal suo avvocato). Ad appena cinque mesi dal suo ingresso alla guida del Paese, è un vero primato negativo.